Come saranno le Marche nel 2030? Dipende da noi e dal nostro impegno

Come saranno le Marche nel 2030? Dipende da noi e dal nostro impegno

di Sauro Longhi
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Lunedì 7 Giugno 2021, 10:50

Le Marche nel 2030, come saranno? Io mi auguro più ricche e più accoglienti. Ma questo dipende da noi, dal nostro impegno nell’affrontare e guidare le trasformazioni e le transizioni necessarie. Il programma Next Generation EU è una grande opportunità che deve essere utilizzata assieme ad una visione del nostro futuro. Fin da ora si potrebbero avviare progetti per una vera transizione ecologica e digitale, per un rilancio sociale ed economico, seguendo le indicazioni proposte dalla Commissione Europea e che troveranno conferma e sviluppo anche nella prossima programmazione. Incentivare con specifiche leggi regionali la costruzione di nuovi edifici e la manutenzione straordinaria di quelli esistenti, per diventare un vero esempio di transizione ecologica e digitale. Edifici passivi capaci di consumare poca energia autoprodotta con il solare termico, il fotovoltaico, il geotermico. Capaci di ridurre gli sprechi e ottimizzare le risorse come l’acqua, con l’impianto potabile distinto da quello dei servizi, il recupero dell’acqua piovana e la separazione dei servizi di raccolta tra acque reflue e acque chiare. Edifici intelligenti con una rete digitale cablata in grado di gestire in modo ottimo e quindi intelligente tutti i devices domestici, per garantire la necessaria sicurezza e il maggior comfort per chi vi abita, anche rendendo possibile ed agile lo smart working ormai sempre più diffuso ed apprezzato. Anche gli anziani e le persone con fragilità, acquisirebbero una propria autonomia e sicurezza in un ambiente domestico dotato di una struttura digitale di comunicazione per lo sviluppo di servizi socio-sanitari a distanza per accompagnarli nella quotidianità. L’investimento in queste tecnologie domotiche renderebbe sostenibili, anche dal punto di vista economico, i servizi di assistenza di una popolazione sempre più anziana. Secondo le stime Istat nel 2030 in Italia si potrebbero avere quasi 5 milioni di ultra 65enni che vivranno da soli. Altri importati investimenti infrastrutturali che la Regione dovrebbe avviare riguardano il potenziamento degli spazi di apprendimento: nuove scuole a partire dalle primarie, più idonee ad ospitare i nativi digitali, evitando che le tecnologie accrescano le diseguaglianze sociali ed economiche. Scuole in grado di incuriosire i più giovani abituati a continue sollecitazioni, con aule speciali e laboratori, anche per materie come la geografia e la storia, riprogettando i percorsi di apprendimento. Non possiamo permetterci di lasciare indietro nessuno, dobbiamo ridurre la dispersione scolastica, spesso favorita da condizioni sociali ed economiche disagiate. Nel 2030 e ancora di più nel 2065, avremo bisogno di molte persone istruite capaci di sviluppare progresso e crescita economica e sociale dall’uso della conoscenza. Aule speciali per studiare musica, laboratori per apprendere le scienze e per studiare le lingue. Laboratori e aule multimediali per connettersi con omologhe classi di altre scuole europee e condividerne la lingua e la cultura, per formare cittadini europei e fare delle Marche una regione d’Europa. Laboratori per la Dad, non solo da attivare a fronte di eventi straordinari o per consentire ad alunni costretti a lunghe assenze di poter seguire i corsi di studi, ma anche per collegare tra loro più classi distribuite sul territorio.

Le Marche con tante piccole e medie città diffuse sul territorio dovrebbero potenziare, con opportune politiche di sviluppo, il trasporto pubblico rendendolo più efficiente ed intermodale. Favorire la transizione verso automezzi elettrici e a basso inquinamento. Intermodalità diffusa tra bus extraurbani, treni e bus urbani, con la possibilità, data dalle tecnologie digitali, di prenotare il servizio di taxi o di car pooling, estendendo quanto si è iniziato a proporre con i monopattini. Come il parcheggio sulle strisce blu e i biglietti sui mezzi pubblici che si possono pagare con un’app sul proprio smartphone. Occorre il coraggio e la determinazione di estendere questi servizi capaci di incentivare l’uso del mezzo pubblico con indubbi vantaggi dal punto di vista ambientale. È necessario un grande investimento sulla rete digitale che deve essere diffusa su tutto il territorio regionale, con identici servizi di qualità e affidabilità. Oggi contribuirò a due eventi per condividere queste opportunità. Nel Convegno annuale del Garr, l’ente per lo sviluppo e la gestione della rete a supporto della ricerca di cui sono Presidente, per introdurre le opportunità della sostenibilità digitale. Anche la ricerca scientifica ha bisogno di piattaforme digitali per condividere dati e sviluppare ricerche collaborative. Nel secondo, organizzato da Fiom-Cgil, evidenzierò il contributo delle tecnologie digitali nel cambiamento in atto nella meccanica nelle Marche. La manifattura è un settore molto importante, in particolare nell’ambito della meccanica, con trasformazioni organizzative e produttive molto significative. Il paradigma di Industria 4.0 trova in questo settore la più ampia declinazione. I nuovi materiali, le nuove tecnologie produttive, la diffusa digitalizzazione di ogni azione stanno trasformando questo settore, in produzioni sempre più specializzate e confezionate ad hoc per i clienti. La manifattura additiva e i nuovi materiali stanno trasformando anche la progettazione, la produzione e la distribuzione dei prodotti. Un settore dove la conoscenza e le tecnologie stanno sostituendo “il tornio e la fresa”. L’Università e gli Enti di ricerca hanno un ruolo importante in questi cambiamenti. La ricerca sviluppata nei nostri laboratori deve trovare sempre più ricadute nei diversi ambiti produttivi e dei servizi, anche con strumenti di alta formazione come i dottorati di ricerca con tematiche proposte dal mondo produttivo e finanziati dalla Regione. Di Università ne abbiamo 4, sfruttiamo questo vantaggio competitivo per arrivare nel 2030 a costruire le nuove Marche ricche di valori, di opportunità, di conoscenze e capaci di aprirsi al mondo.

*Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione Facoltà di Ingegneria Università Politecnica delle Marche


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