Siamo di fronte a una grande invasione di alieni. Ma niente paura, non si tratta di creature extraterrestri, si tratta di specie che non hanno mai vissuto nei nostri mari, ovvero organismi che vengono dall’altra parte del mondo. Si chiamano Mnemiopsis leidyi o noci di mare e sono parte del plancton gelatinoso e raggiungono una dimensione di 10 cm. Assomigliano alle meduse ma non sono meduse, sono ctenofori e sono arrivati in Adriatico da poco. Tuttavia, la loro invasione parte da lontano. Le noci di mare hanno prima colonizzato il Mar Nero dove sono stati introdotti involontariamente all’inizio degli anni 80 con le acque di zavorra delle grandi petroliere. Le acque di zavorra sono acque marine incamerate nei serbatoi delle petroliere per permetterne la stabilità in navigazione una volta che hanno scaricato il petrolio. Le petroliere partivano da Odessa, in Mar Nero, con un carico di petrolio che scaricavano nei porti statunitensi per tornare piene di acqua dell’Atlantico, la quale veniva scaricata in Mar Nero per fare un nuovo carico di petrolio. Parliamo di centinaia di migliaia di tonnellate di acqua di mare trasportate per ogni viaggio. Grazie a queste navi, tantissimi organismi marini, che non avrebbero mai potuto attraversare un solo oceano, sono arrivati ai quattro angoli del pianeta. Alcuni di loro, come le noci di mare, hanno trovato i nuovi ambienti assolutamente confortevoli e li hanno invasi. In un decennio sono esplosi in tutto il Mar Nero determinando una riduzione di oltre il 60% del pescato di pesce azzurro e hanno causato impatti sociali ed economici importanti portando alla perdita di oltre 20.000 addetti del settore pesca. L’uomo ha cercato di contrastare questa specie in tutti modi ma sempre senza successo. Inizialmente, la noce di mare aveva invaso solo il Mar Nero, ma gradualmente si è espansa anche nel Mediterraneo. Ora sta esplodendo in Adriatico. Proprio in questi giorni, un gruppo di ricercatori dell’Istituto nazionale di oceanografia e geofisica sperimentale di Trieste sta studiando la sua diffusione in Adriatico. Il rischio è grande: questa è una specie invasiva ovvero capace di crescere e riprodursi molto rapidamente ed è un vorace predatore di forme giovanili di pesce azzurro. Sterminando i piccoli, ovviamente, il pesce azzurro non raggiunge le dimensioni pescabili e non arriva nei nostri piatti, con effetti negativi sul settore della pesca e dell’economia.
*Docente all’Università Politecnica delle Marche e presidente della Stazione zoologica-Istituto nazionale di biologia, ecologia e biotecnologie marine