Bene la Legge Salvamare, latitano i decreti attuativi

Bene la Legge Salvamare, latitano i decreti attuativi

di Roberto Danovaro
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Giovedì 22 Giugno 2023, 06:30

António Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite, all’apertura dell’ultima Conferenza dell’Onu sugli Oceani a Lisbona ha avvertito il mondo che la situazione degli oceani è critica e senza un’azione drastica andranno compromessi molti servizi ecosistemici indispensabili al funzionamento del Pianeta. Uno dei risultati della Conferenza degli Oceani del 2022 è stato anche il riconoscimento del problema (crescente) dei rifiuti e della plastica che entro il 2050 potrebbe superare in peso tutti i pesci nell’oceano. Nel solo Mar Mediterraneo finiscono in mare più di 200.000 tonnellate di plastica all’anno, cioè il contenuto di oltre 500 container al giorno. I pescatori di tutto il mondo, a partire da quelli italiani e marchigiani, recuperano spesso nelle loro reti più rifiuti e plastica che pesci. Uno studio sperimentale condotto in Adriatico ha riportato anche la raccolta di 100 kg di rifiuti nelle reti di ogni peschereccio per ogni giornata di lavoro in mare. La plastica nel nostro mare rappresenta da sola il 66% in peso dei rifiuti raccolti (ma può superare in alcuni casi l’80-90%), seguita da materiale misto, gomma, materiale tessile e metallo. La maggior parte del materiale raccolto è costituita da oggetti di uso comune, molti dei quali usa-e-getta, come bottiglie e buste di plastica, lattine e imballaggi alimentari. La soluzione più ragionevole sarebbe quella di riportarli a terra e smaltirli con la raccolta differenziata, ma in Italia questo non era (e non è) possibile. Se si fosse raccolto qualche rifiuto dal mare questo, per legge, sarebbe stato classificato come rifiuto speciale, e quindi poteva essere raccolto, smaltito e trattato solo da ditte specializzate. E i pescatori non sono tra queste, ragione per cui se, per spirito civico e con buona volontà, li avessero riportati a terra avrebbero ricevuto multe molto salate. Sono stati quindi sempre obbligati a buttarli a mare, con l’elevata probabilità di ripescarli il giorno successivo. Si tratta di una versione “marina” del Giorno della marmotta raccontato nel film “Ricomincio da capo” con Bill Murray quando il protagonista si alzava presto al mattino rivivendo tutti i giorni esattamente la stessa giornata. Il problema è che questi rifiuti causano danni importanti all’ecosistema marino, rilasciando una grande quantità di contaminanti, come i metalli pesanti che vengono rilasciati da molti rifiuti e si accumulano negli organismi marini. Inoltre, danneggiano le reti dei pescatori, e possono schiacciare il pescato danneggiando anche la qualità del prodotto. Senza contare che la grande quantità di plastica di grandi dimensioni in mare si trasforma in microplastiche che entrano nella rete trofica e ci rimangiamo quando pranziamo a base di pesce o di bivalvi. È per questa ragione che è stata approvata la Legge Salvamare. Si tratta di una legge proposta dal Ministro dell’Ambiente Sergio Costa alla fine del 2018 e che dopo un lungo calvario ha visto la luce nella primavera del 2022: «Disposizioni per il recupero dei rifiuti in mare e nelle acque interne e per la promozione dell’economia circolare». Tutto a posto quindi? Per niente, perché una legge per funzionare ha bisogno di decreti attuativi che spieghino come fare ciò che la legge prevede. Il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare di concerto con il Ministero dell’Ambiente ha firmato solo il primo dei decreti attuativi, quello che premia i pescatori che riportano a terra i rifiuti trovati nelle loro reti, ma mancano ancora tutti gli altri che servono ad attuare la legge in modo efficace, prevedendo i punti di sbarco nei porti, e le modalità di smaltimento dell’enorme quantità di materiale che dal mare verrebbe riportato in banchina. La legge prevede anche la promozione nelle scuole di attività finalizzate a conoscere l’importanza della conservazione dell’ambiente e, in particolare, del mare, nonché la necessità di ridurre l’utilizzo della plastica monouso. Una legge, anche se importante per il problema rifiuti come la Legge Salvamare, non risolverà tutti i problemi del nostro mare, ma rappresenta uno strumento semplice e concreto per ridurne gli impatti ambientali ed economici e per creare una nuova cultura del rispetto dell’ambiente e del riciclo dei rifiuti. Non essere in grado di applicare una legge dello Stato, buona e utile come questa, non può renderci fieri e ci costringerà a un’estate con più plastica e rifiuti ad accompagnare i nostri bagni.

* Professore ordinario all’Università Politecnica delle Marche, titolare dei corsi di Biologia Marina, Ecologia ed Etica ambientale

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