Una strategia nazionale per il risparmio energetico

Una strategia nazionale per il risparmio energetico

di Roberto Danovaro
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Giovedì 2 Marzo 2023, 07:10

L’Unione europea è determinata a ridurre drasticamente le sue emissioni di gas a effetto serra per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Nel dicembre 2020 il Consiglio europeo ha approvato l’obiettivo di ridurre le emissioni nette dell’UE di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990 - un passo intermedio necessario per raggiungere l’obiettivo del 2050. Gli obiettivi europei di decarbonizzazione impongono all’Italia e a tutti i paesi membri di aumentare i risparmi di energia. Gran parte del consumo energetico, proprio quello che in Italia dipende così fortemente dai fossili come il metano, è utilizzato per scaldare le case. Per questo l’Europa chiede agli stati membri di costruire nuovi edifici a emissioni zero a partire dal 2030, mentre gli edifici esistenti dovranno diventare a emissioni zero entro il 2050 con tappe intermedie per gli immobili residenziali, ovvero raggiungere la classe energetica E entro il 1° gennaio 2030 e la classe D entro il 1° gennaio 2033. L’Italia ha 12 milioni di edifici con contengono 32 milioni di abitazioni, di cui il 60% ha oltre 45 anni. Moltissimi edifici sono di carattere storico o monumentale e sono quindi difficilmente ristrutturabili per andare incontro alle esigenze di risparmio energetico. Molti di questi non possono per ovvie ragioni e vincoli delle soprintendenze essere coperti da pannelli isolanti. Certo, esistono delle vernici isolanti che contengono microsfere cave ceramizzate che conferiscono caratteristiche isolanti ed ecologiche, ma attraverso l’utilizzo di queste vernici si ottiene un risparmio energetico in casa che varia fino al 6%. Non basta e perdipiù questi prodotti sono molo costosi. In altri termini, uscire dalla crisi climatica rischia di essere un bel problema per tutti noi attanagliati, da un lato, dalla necessità di ridurre l’utilizzo di combustibili fossili sostituendoli con le energie rinnovabili, e dall’altro dalla necessità di ridurre i consumi energetici per il riscaldamento delle nostre abitazioni. Gli interventi di efficientamento energetico sono quindi costosi e numerosi, richiederanno molto tempo. Per questa ragione è indispensabile sviluppare una strategia nazionale, e muoversi con intelligenza. Ad esempio, dovremmo partire dagli edifici pubblici di servizio come le scuole pubbliche, dove abbiamo tutto l’interesse a rendere moderni, efficienti e risparmiosi gli edifici che ospitano i nostri ragazzi, dall’asilo all’università.

Tutti gli edifici di enti pubblici o di aziende partecipate dovrebbero essere incentivati e sollecitati al risparmio energetico. Dovremmo avere un piano straordinario per l’efficientamento energetico, ma non lo abbiamo, siamo sempre a rimorchio dell’unione Europea e perdiamo tempo a protestare rispetto alle scelte (giuste e necessarie) invece di anticiparle e organizzarci per tempo, disegnando sin d’ora una strategia di medio-lungo periodo che faccia leva sulle risorse disponibili dal Pnrr. Al contempo appare necessario contrattare con l’Unione europea una disciplina speciale per i nostri beni culturali. Ne abbiamo probabilmente da soli in Italia di più che nel resto del mondo. Appare quindi necessario sospendere le scadenze per questi specifici immobili e definire un percorso specifico. Sinceramente, parlare di patrimoniale camuffata che “scarica sulle famiglie italiane i costi della transizione energetica” appare ridicolo. Non si sta “esagerando sulla sostenibilità ambientale”, anzi, si sta per la prima volta facendo qualcosa di serio. Ad essere onesti, tutti sanno che non abbiamo praticamente mai fatto nulla. Abbiamo deturpato il paese con una crescita selvaggia delle abitazioni negli anni ’60. Dei veri e propri obbrobri architettonici. Abbiamo permesso e condonato l’abusivismo edilizio di ogni genere e sorta, senza preoccuparci della sicurezza delle abitazioni che vengono sistematicamente spazzate via da disastri idrogeologici. Ora, chi parla di “rischio la sostenibilità sociale” evidentemente non sa di cosa parla, o pensa ancora di essere in campagna elettorale. La transizione ecologica rappresenta un’opportunità che alcuni, per ignoranza continuano ad avversarla, senza comprendere che andare verso l’efficientamento dei nostri edifici sarà un grande vantaggio per tutti, ci farà risparmiare molto sulle bollette salate, renderà anche molti edifici più belli, più green, migliorerà la nostra salute, ridurrà l’impatto dei cambiamenti climatici e svilupperà nuove competenze, una nuova intera filiera dell’investimento immobiliare e nuove opportunità di lavoro e di crescita.

* Professore Ordinario all’Università Politecnica delle Marche, titolare dei corsi di Biologia Marina, Ecologia ed Etica ambientale

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