180 km di costa da proteggere e un’incompiuta trentennale

180 km di costa da proteggere e un’incompiuta trentennale

di Roberto Danovaro
4 Minuti di Lettura
Martedì 27 Febbraio 2024, 04:05

È appena uscito il rapporto ambientale del Sistema Nazionale Protezione Ambiente Snpa (composta da Ispra e dalle Agenzie ambientali Arpa/Appa) che ci aggiorna sul raggiungimento degli obiettivi in materia di ambiente. Il rapporto evidenzia i progressi fatti in Italia rispetto agli obiettivi europei e di sviluppo sostenibile per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Negli ultimi anni l’uso delle energie rinnovabili è quasi triplicato passando dal 6% del 2004 a oltre il 20% nel 2020, un valore superiore all’obiettivo del 17% dell’Italia. Esistono quindi buone prospettive di miglioramento nei prossimi anni. Fanno eccezione Liguria, Lazio e Sicilia che ancora stentano a raggiungere gli obiettivi previsti.

Un secondo obiettivo chiave è rappresentato dall’agricoltura biologica, oggetto di molti dibattiti negli ultimi giorni di protesta degli agricoltori con i trattori. L’obiettivo strategico nazionale è destinare il 25% dei terreni agricoli all’agricoltura biologica entro il 2027. Nel 2022 l’agricoltura biologica italiana ricopriva quasi il 19% della superficie agricola utilizzata e il 7,3% del numero di aziende agricole. Negli ultimi 30 anni l’agricoltura biologica si è sempre espansa anche in controtendenza rispetto allo storico declino della superficie agricola coltivata in modo tradizionale. Buoni i segnali anche per la raccolta differenziata della spazzatura, che appare in continua crescita anche nel 2022, raggiungendo il 65%. Tra i rifiuti differenziati, l’organico è la frazione più raccolta in Italia (oltre il 38% del totale), seguito dal cartone (oltre il 19%) e dal vetro con (12% del totale).

Tra le regioni più efficaci il Veneto e la Sardegna con circa il 76% di raccolta differenziata. Ottime notizie anche per lo smaltimento in discarica che continua a diminuire, passando dal 63% del 2002 al 18% del 2022. In questo caso, la graduatoria delle regioni più virtuose è guidata dalla Campania con l’1,1%, seguita da Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna e Trentino-Alto Adige. Ma non basta, perché tutte le altre regioni, Marche incluse, sforano anche di molto l’obiettivo del 10% previsto dalla normativa europea. L’Italia deve quindi ulteriormente accelerare questo processo per ridurre i problemi cronici sul fronte dello smaltimento della spazzatura. Veniamo ora ai punti dolenti. Il miglioramento della qualità dell’aria è ancora troppo lento, soprattutto per il particolato PM2,5 e PM10, e i risultati pessimi degli ultimi giorni a Milano.

Inoltre, nella quasi totalità delle stazioni di monitoraggio viene superato il valore di riferimento annuale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Anche sul fronte del clima le cose non vanno bene.

Le emissioni di gas serra continuano ad aumentare e stentano le iniziative per la lotta ai cambiamenti climatici. Nel 2021 le strategie di adattamento ai cambiamenti climatici approvate sono solo 4. Il dato non è confortante anche alla luce del fatto che la strategia nazionale è stata predisposta molti anni fa. Senza questi interventi altri disastri idrogeologici come quello di Senigallia, di Ischia o dell’Emilia-Romagna sono destinati a ripetersi con gravi perdite sia in termini di vite umane sia economici. Anche il consumo di suolo mostra dati preoccupanti. Negli ultimi 15 anni abbiamo perso oltre 120.000 ettari. Solo l’ultimo anno, abbiamo consumato 21 ettari di suolo al giorno pari a 2,4 metri quadri al secondo. Un incremento che ci allontana ancora di più dall’obiettivo di azzeramento del consumo netto di suolo previsto dall’Ottavo Programma di Azione Ambientale.

Si tratta di uno dei segnali più preoccupanti per la salute del nostro Paese. Anche per quanto riguarda la protezione dell’ambiente siamo molto indietro. Come è noto ci siamo impegnati con le Nazioni Unite a tutelare almeno il 30% degli ecosistemi terrestri e marini entro il 2030. Tuttavia, ad oggi, proteggiamo meno del 22% del territorio italiano e solo l’11,2% dei mari. È questo il punto più dolente: per il mare siamo a circa un terzo dell’obiettivo e quello che è peggio è che non si avvertono segni di accelerazione.

Sulla base di questi dati il raggiungimento del target del 30% rischia di diventare impossibile almeno per la componente marina. Un dato che diventa drammatico se analizzato per la Regione Marche che con 180 km di costa. di cui vanta qualità e unicità, non ne protegge neanche un centimetro. Il caso dell’area marina protetta della costa del Conero pronta da fine anni ’90 e mai realizzata è entrato nella narrazione collettiva, ha superato i tempi dell’eterna incompiuta “Salerno-Reggio Calabria” ed è un esempio nazionale di insensibilità ambientale e di ignoranza della classe politica che ha governato il territorio negli ultimi 30 anni

* Professore ordinario all’Università Politecnica delle Marche  titolare dei corsi  di Biologia Marina, Ecologia  ed Etica ambientale

© RIPRODUZIONE RISERVATA