Futuro di solidarietà e pace: la sfida lanciata dai giovani

Futuro di solidarietà e pace: la sfida lanciata dai giovani

di don Aldo Buonaiuto
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Domenica 7 Aprile 2024, 05:10

Costruire un futuro di solidarietà e di pace è ancora possibile. Ne è fermamente convinto il Consiglio dei giovani del Mediterraneo, un laboratorio animato da trentasei ragazzi di venti Stati legati al grande mare. È un progetto, fortemente voluto e sostenuto dalla Conferenza Episcopale Italiana, che mira a curare la dimensione spirituale, a rafforzare l’azione pastorale davanti alle sfide odierne e a costruire relazioni fraterne tra i popoli. Il Consiglio dei giovani del Mediterraneo ha incontrato le istituzioni europee, a Bruxelles, con una delegazione accompagnata da monsignor Giuseppe Baturi, Segretario generale della Cei, e ricevuta da Roberta Metsola, Presidente del Parlamento europeo.

A questa importante esperienza la Presidente Metsola ha favorevolmente garantito «pieno sostegno» sottolineando l’appoggio «a tutti gli sforzi per promuovere la pace, la cooperazione e la comprensione reciproca tra i popoli». I membri del Consiglio, in tal modo, si sono fatti ambasciatori di un Mediterraneo nuovo, riconciliato, ma purtroppo ancora tristemente diviso, ferito dalla guerra e segnato da disuguaglianze, sfruttamento, povertà e migrazioni di massa. «Non è possibile che l’Europa – ha sottolineato mons. Baturi – non si accorga delle forze vive che si toccano con mano nel Mediterraneo e della possibilità che il Mediterraneo ha di sviluppare un’azione di pace e di amicizia fra le genti che avrà ripercussioni in tutto il mondo». In questo cammino è stata ricordata più volte la profezia di pace di Giorgio La Pira, il sindaco santo di Firenze.

Nonostante le esortazioni che riceviamo, troppo spesso noi adulti smettiamo di sognare perché abbiamo deciso di non essere più giovani, come il giovane ricco del Vangelo che ha deciso di invecchiare anticipatamente per godere un po’ dei suoi averi. Ma forse all’orizzonte c’è davvero tanta speranza. Sono sempre più numerosi, infatti, i giovani che partecipano a iniziative che oltrepassano vecchi schemi e ideologie. I nostri figli non si sono stancati di cercare, di sperare, perché il mondo che abbiamo costruito non è quello che sognano. Alcuni di loro hanno scelto di condividere insieme a persone che sono in difficoltà costringendo noi tutti a cercare soluzioni nuove, più umane, per cambiare completamente i principi che regolano questa società.

Ispirati dalla Parola di Dio, che afferma «la pietra scartata dai costruttori è divenuta testata d’angolo», capiamo che gli ultimi, spesso allontanati da tutti, sono quelli che possono aiutarci a cambiare i meccanismi disumani della cultura dello scarto. I bisognosi, a modo loro, mostrano al mondo che esistono altri equilibri che non sono basati sulla logica del profitto.

Dalla relazione con gli altri le giovani generazioni riscoprono, a partire dai più deboli, qual è la vera gioia: essa proviene sempre da dentro, dal cuore, dalle fonti dell’anima dove abitano pensieri e sentimenti che danno senso all’esistenza. I giovani hanno il grande dono di comunicare la vera libertà e il vero amore alla vita e sono il futuro della storia. Chi è libero è sempre giovane anche se avanti negli anni. Accompagnare chi è in difficoltà è dare testimonianza della compassione del Signore che nel Vangelo dice: «Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me».

«Gesù infatti – ha spiegato Papa Francesco nell’udienza con la Fondazione Sant’Angela Merici – ci chiede di non separare mai l’amore per Dio da quello per il prossimo, in particolare per i più poveri. Ci ricorda, Gesù, che alla fine saremo giudicati non sulle pratiche esteriori ma sull’amore – saremo giudicati sull’amore – quell’amore che, come olio di consolazione, avremo saputo versare sulle ferite dei fratelli». L’evangelista Giovanni grida: noi siamo passati dalla morte alla vita perché amiamo i fratelli. I cristiani sono un popolo libero perché hanno creduto all’amore… e Dio è amore! In Cristo godiamo la pienezza della libertà che Gesù stesso annunciò ai giudei che avevano creduto in lui: «Se rimanete fedeli alla mia parola sarete davvero miei discepoli, conoscerete la verità e la verità vi farà liberi».

 * Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII

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