Manovra, bonus sport per le famiglie più povere e con figli. Flat tax al 15% per gli straordinari del personale sanitario

Manovra, bonus sport per le famiglie più povere e con figli. Flat tax al 15% per gli straordinari del personale sanitario
Manovra, bonus sport per le famiglie più povere e con figli. Flat tax al 15% per gli straordinari del personale sanitario
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Sabato 7 Ottobre 2023, 17:19

Mentre il Parlamento si appresta a dire la sua sulla Nadef, il governo e la maggioranza studiano la possibile manovra di bilancio: si profila una manovra da circa 22 miliardi di euro, con nuovi fondi possibili per il settore sanitario e l'ipotesi flat tax al 15% sugli straordinari del personale medico, ma anche il bonus sport per le famiglie indigenti. Andiamo a vedere nel dettaglio le prime ipotesi.

Manovra da 22 miliardi?

Si profila,allo stato, una manovra da 22 miliardi, viene spiegato in ambienti della maggioranza. Nella settimana in cui sarà all'esame del Parlamento la Nadef, l'obiettivo di governo e partiti della coalizione è anche di incrementare i fondi destinati alla sanità. L'auspicio è di avvicinarsi il più possibile alle prime ipotesi che facevano riferimento ad un budget aggiuntivo di 4 miliardi. Tra gli obiettivi indicati anche recentemente dalle premier c'è anche quello, per altro, di abbattere le liste d'attesa. Anche in questa chiave si starebbe valutando una flat tax al 15% sugli straordinari del personale sanitario.

 
 
 

Bonus sport per le famiglie povere

Il bonus sport per le famiglie più povere e con più figli «è nella nostra proposta di Finanziaria, lo abbiamo detto ancora prima che lo sport entrasse nella Costituzione». Così il ministro dello Sport, Andrea Abodi, arrivando all'evento 'Italia le radici della bellezza' organizzato da FdI a Brucoli, nel Siracusano. «Mi auguro che si riesca, nella collegialità del governo, a trovare una forma per agevolare lo sport nelle famiglie con redditi bassi». E sull'entità della misura, Abodi si è limitato a dire: «Abbiamo un'idea di spesa fatta al ministero dell'Economia, ma è nostro costume aspettare la verifica per definire il quantum».

«Non so se i fondi per la sanità saranno aumentati, siamo ancora in una prima fase ma credo che quello che sta facendo il ministro Schillaci nella manovra non corrisponde a una diminuzione delle risorse, al di là del fatto che questa manovra è determinata da fattori esogeni che indubbiamente limitano la possibilità di espansione per le nostre deleghe.
Tuttavia non c'è assolutamente possibilità di arretramento sui numeri, perché ci sono servizi essenziali che devono essere preservati e questo non è in discussione», ha detto Abodi.

L'autunno caldo dei conti

Autunno caldo per il governo alle prese con la manovra e i giudizi delle agenzie di rating. Il ministero dell'Economia lavora alla Legge di Bilancio da portare in Consiglio dei ministri entro il 16 ottobre e poi trasmettere alla Commissione Ue e alle Camere. A seguire ci sarà la girandola dei rating: il 20 ottobre S&P, il 10 novembre Fitch e il 17 novembre Moody's. Sempre a novembre è atteso il via libera Ue al documento programmatico di bilancio e al relativo scostamento del deficit 2024 di 0,7 punti percentuali, quasi 16 miliardi.

 

Giorgetti atteso in audizione

Intanto martedì prossimo il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti è atteso in audizione davanti le commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato sulla Nadef. La Nota e la richiesta di sforare il deficit arriveranno in Sula a Palazzo Madama mercoledì. La Nota prevede un extra deficit da 3,2 miliardi nel 2023, da 15,7 mld nel 2024 e da 4,6 mld nel 2026. E ad occhio e croce le risorse liberate in deficit per il prossimo ano appaiono già impegnate per il taglio del cuneo fiscale che costa circa 9 miliardi e le spese indifferibili pari a circa 5 mld.

 

Le misure possibili

Per le altre misure annunciate come il sostegno alle famiglie e alla genitorialità, i rinnovi contrattuali del pubblico impiego, con particolare riferimento al settore della sanità e gli incentivi per gli investimenti nel Mezzogiorno, bisognerà attingere dai circa 2 miliardi di tagli della spesa pubblica. Visti gli scarsi risultati della prima ricognizione sui tagli di spesa ministeriali (pare abbiamo risposto solo tre ministeri), il premier Giorgia Meloni dovrebbe emanare delle linee guida per conseguire gli obiettivi della spending review.

 

Dove andranno le risorse

Altre risorse arriverebbero dallo sfoltimento delle detrazioni/deduzioni che se non riuscisse potrebbe configurarsi come un taglio orizzontale al reddito di accesso agli 'scontì abbassando il tetto dagli attuali 120mila euro a 100mila. Per reperire risorse il Mef ricorrerebbe anche ad parziale utilizzo delle disponibilità liquide del Tesoro e all'avvio di un piano di dismissioni di partecipazioni pubbliche. C'è poi il gettito in arrivo dalla tax compliance e le entrate dalla tassa sulle banche che tuttavia nella nuova versione potrebbe assicurare un miliardo di gettito contro i 3 miliardi stimati con la versione originaria del prelievo. 

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