Coronavirus, famiglie, imprese e lavoro: a giugno l'assalto ai 201 milioni delle Marche a fondo perduto

Coronavirus, famiglie, imprese e lavoro: a giugno l'assalto ai 201 milioni delle Marche a fondo perduto
Coronavirus, famiglie, imprese e lavoro: a giugno l'assalto ai 201 milioni delle Marche a fondo perduto
di Andrea Taffi
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Sabato 16 Maggio 2020, 09:17

ANCONA Duecentoun milioni con una semplice autocertificazione. Tutto come previsto, tutto a fondo perduto: la giunta regionale delle 14,30 ha rilasciato l’attesa manovra finanziaria collegata all’emergenza Covid-19 dopo sette giorni in cui il governatore Luca Ceriscioli ha messo i servizi sotto pressione per arrivare al primo step (approvazione del rendiconto 2019 in giunta) e presentarsi al secondo (il consiglio regionale) con una proposta di legge e l’obiettivo di poter aprire i cancelli virtuali ai primi di giugno con versamento dei soldi alla fine del mese. 

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Lo schema è abbastanza semplice: come anticipato dal Corriere Adriatico nei giorni scorsi la base sarà una quota di avanzo vincolato (56 milioni), che con la sostituzione del vincolo originario genererà fondi da destinare a fondo perduto per famiglie e imprese per l’emergenza Covid. Poi verranno agganciati 42 milioni di euro per investimenti al momento intitolati in maniera un po’ vaga (si parla di manutenzioni ordinarie e straordinarie, acquisto dispositivi sicurezza per aziende di ogni tipo: non specificato se tutto o in parte).
 
Infine la delibera di giunta che porta la vera locomotiva, ovvero 97 milioni di fondi con vincolo originario «dell’avanzo applicato ma finalizzato ad interventi diretti a sostenere il sistema economico colpito e danneggiato dal Covid 19». Per fare un esempio spicciolo: se le Attività produttive avevano vincolato 100 euro destinandoli al sostegno delle imprese, i 100 euro rimangono destinati alle imprese ma rivestiti in funzione dell’emergenza Covid. E qui si aprono le cataratte: famiglie, imprese, lavoratori, professionisti nei pilastri sanità, sociale e sport, trasporti, imprese, agricoltura e pesca, famiglie, lavoro, territorio, edilizia abitativa e ambiente, turismo e cultura. Praticamente: tutti. Nelle 14 voci elencate dalla nota ufficiale «a titolo esemplificativo e non esaustivo» (precisa la nota molto cauta) c’è solo l’imbarazzo della scelta. Non pervenuta o quasi in questa sezione l’industria che dovrà sperare nel primo blocco di 56 milioni. «L’urgenza costituisce la cifra della differenza» ha detto l’assessore al Bilancio.

Il terreno di gioco è politica a questo punto. Acquaroli, candidato governatore del centrodestra, mette le cose in chiaro: «Manovra di forma e contabile: arriva tardi e farà arrivare tardi poche risorse cash a imprese e famiglie, che invece ne hanno bisogno ora. Dei 200 milioni roboanti, ci sono poche risorse immediatamente utilizzabili. Serviranno procedure troppo pesanti e lunghe. Ceriscioli ha promesso di far partire la possibilità di presentare domande con autocertificazione entro il 1 giugno: a quando i bandi?».

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