Messina Denaro, gli audio con l'insulto a Falcone: «Queste commemorazioni mi bloccano nel traffico»

Gli audio con la voce del boss. Era il 23 maggio del 2022, giorno di commemorazione delle stragi a Palermo

Messina Denaro, gli audio alla badante Anna: «Le commemorazione per Falcone mi bloccano nel traffico»
Messina Denaro, gli audio alla badante Anna: «Le commemorazione per Falcone mi bloccano nel traffico»
3 Minuti di Lettura
Domenica 5 Febbraio 2023, 13:20

«Io sono qua, bloccato, con le 4 gomme a terra. Cioè non nel senso di bucate, ma bloccate perché sono sull’asfalto e non mi posso muovere. Per le commemorazioni di sta m****. Porco mondo». È questo un estratto dell'audio che Mattia Messina Denaro invia in una chat di gruppo nel 23 maggio del 2022, giorno di commemorazione delle stragi a Palermo. Il boss è in ritardo e manda un vocale per giustificarsi. Qui si sente l'insulto al giudice.

Come testimonia anche una foto diffusa dai Carabinieri del Ros, MMD si trova in auto, in autostrada, incanalato in un fiume di macchine, quando invia un file audio in una chat di gruppo, e, usando toni sprezzanti, racconta di essere bloccato nel traffico per via della commemorazione della strage di Capaci (per la quale è stato condannato all'ergastolo in I grado come mandante ed è in corso il processo di Appello a Caltanissetta): «E io qua bloccato con le quattro gomme a terra, cioè nel senso, non bucate, sull'asfalto, non si muove, per le commemorazioni di sta minchia...», dice il boss.

Le fragilità del boss

«Anna, la ragazza (badante, ndr) che sta insieme a mia madre, ieri sera mi ha cercato. Ha trovato un foglio scritto di mia madre di suo pugno. Mia madre non c’è più con la testa, ma scriveva un sacco di cose. Cose sensate, a volte». E ancora: "Si rivolge a me dicendomi che quando sarà morta al suo funerale vuole la banda musicale — prosegue —. E deve suonare sempre un unico motivo: la Radetzky March. Ma chi lo dice che io muoio dopo di lei? Lei non lo sa ma io lo so. Siccome però lei vuole questa cosa, io la farò, perché le volontà delle persone si mantengono.

Mia madre era così, un tipo estroso, io ho preso un po’ da lei». […] «Cara, nella mia vita ho avuto momenti terribili, anche se non si vede. E non parlo del tumore. E quindi so per esperienza che quando si sta male come stai male tu ora, non si deve parlare: perché so che tu non vuoi sentire. Ma pur volendo tacere, per rispettare questo tuo momento, una cosa te la voglio dire: e parlo solo perché ho già vissuto questo tuo momento. Io ho subito un intervento pesante, cinque ore e 40 minuti. Speravo fosse tutto finito, e invece mi hanno dovuto operare di nuovo. Altre sei ore e 30 minuti. Poi la chemio. Che voglio dire? Che dopo tutto questo sono qua. Ci sono ancora. Il tuo percorso è simile al mio. Dobbiamo soffrire ma ce la farai. Scusami, ma io non voglio tue risposte... quando ti sentirai io ci sarò».

Il randagio 

E ci sono momenti in cui le confida la sua fragilità: «Mi sento abbandonato. Come un randagino con una gamba spezzata in mezzo a una pozzanghera durante questa notte di Natale. Tutto questo per me è lo squallido (come definisce l’ospedale, ndr), avrei bisogno di affetto. Ma è giusto elemosinare affetto?». Messina Denaro si apre con lei perché la sente affine: «Lo so che hai le palle, so riconoscere i miei simili, di te l’ho capito in un nanosecondo. E non ci conoscevamo ancora. Ti udivo, ti guardavo, ascoltavo, comprendevo chi eri sentendoti parlare con gli altri. Subito pensai: questo è un tipo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA