Intercettazioni e auto seguite con il Gps: ecco come la gang della cocaina è finita in trappola

Intercettazioni e auto seguite con il Gps: ecco come la gang della cocaina è finita in trappola
Intercettazioni e auto seguite con il Gps: ecco come la gang della cocaina è finita in trappola
di Federica Serfilippi
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Martedì 1 Febbraio 2022, 09:10

FALCONARA  - Lunghi mesi di intercettazioni e auto tracciate con il Gps. È attraverso queste due linee investigative che s’è sviluppata l’inchiesta che ha portato nei giorni scorsi i carabinieri della Compagnia di Ancona a notificare quattro provvedimenti cautelari nei confronti di altrettanti ragazzi di età compresa tra i 20 e i 27 anni, accusati – con differenti ruoli – di aver rinvigorito il mercato della cocaina tra Falconara e il capoluogo dorico.

I provvedimenti

In carcere sono finiti in due: un 20enne di origine rom e un coetaneo italo-albanese. Obbligo di firma per un romeno di 21 anni e un colombiano di 27, quest’ultimo già relegato ai domiciliari per una precedente condanna, sempre in tema di droga. Si sono già svolti gli interrogatori di garanzia davanti al gip Carlo Masini: si sono tutti avvalsi della facoltà di non rispondere. Non hanno ribattuto alle contestazioni che si snodano all’interno delle 150 pagine dell’ordinanza cautelare, fatta soprattutto di intercettazioni telefoniche, cimici e Gps installati nelle auto utilizzate – dice la procura – per il trasporto della droga. Il 20enne rom, difeso dall’avvocato Chiara Chiaroli, si è avvalso della facoltà di non rispondere anche nell’udienza che ha fatto seguito all’arresto per detenzione ai fini di spaccio in flagranza. Mentre i carabinieri gli andavano a notificare a casa, a Falconara, l’atto per la misura custodiale, il giovane avrebbe infatti tentato di sbarazzarsi di un involucro contenente 160 grammi di cocaina, pronti per essere preparati, divisi in dosi e immessi sul mercato. Il 20enne viene indicato nell’ordinanza come il punto di riferimento del giro di spaccio. Stando a quanto contestato, la polvere bianca sarebbe stata fatta arrivare ad Ancona con dei corrieri, soprattutto lungo la tratta Lombardia-Marche. In due occasioni, i carichi sono stati bloccati dai carabinieri: nel marzo scorso con l’arresto di un dominicano arrivato in stazione con un trolley contenente mezzo chilo di cocaina; il mese successivo con le manette ai polsi del 27enne colombiano, arrivato al casello di Ancona nord con una Volkswagen Scirocco dove erano nascosti quasi tre etti e mezzo di polvere bianca. Secondo la procura, complici del 27enne sarebbero stati il 20enne rom e il suo coetaneo italo-albanese. Per il fatto dell’auto, il conducente è già stato condannato in abbreviato a 5 anni e 2 mesi. Nel corso dell’indagine sono stati arrestati in flagranza altri due protagonisti dell’inchiesta: il 21enne romeno ha patteggiato otto mesi di reclusione, pena sospesa, per il possesso di una ventina di grammi di cocaina, rinvenuta lo scorso novembre. 
Il ricorso
Il 20enne italo-albanese ha patteggiato sei mesi per aver nascosto (era maggio 2021) 11 grammi di polvere bianca.

Le difese (oltre all’avvocato Chiaroli ci sono i legali Michele Brisighelli e Giuseppe Cutrona) molto probabilmente ricorreranno al Tribunale del Riesame per far cadere le misure. 

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