​Maxi frode, l'imprenditore in manette: «Lassù ho comprato tutto. Voglio costruire una villa, peccato che ci sono vincoli per la piscina»

Maxi frode, l'imprenditore intercettato: «Lassù ho comprato tutto Voglio costruire una villa, peccato che ci sono vincoli per la piscina»
​Maxi frode, l'imprenditore intercettato: «Lassù ho comprato tutto Voglio costruire una villa, peccato che ci sono vincoli per la piscina»
di Benedetta Lombo
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Giovedì 9 Febbraio 2023, 03:25 - Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 07:39

MACERATA -  «L’indagine eseguita in sinergia con la Finanza ha permesso di interrompere un’azione criminale che era molto viva e attiva sul territorio», ha spiegato il comandante provinciale dei carabinieri Nicola Candido. «È emerso – ha proseguito il colonnello – che avevano messo gli occhi anche sui fondi del Pnrr. Nel corso dell’attività si è potuto comprendere come stessero progredendo nella loro attività criminale cercando di fare anche passi più consistenti».

Nell’ordinanza con cui il Gip Giovanni Manzoni ha disposto le sette misure cautelari, due in carcere e cinque agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico (il sostituto procuratore Vincenzo Carusi aveva chiesto invece il carcere per tutti, tranne che per il consulente del lavoro Giuseppe Ruiti Spurio) sono diverse le intercettazioni riportate, passaggi che hanno aiutato a ricostruire i ruoli dei singoli indagati ma anche il patrimonio della famiglia che vive in un’abitazione a Tolentino pomposamente arredata.

La conversazione
 

In una conversazione Marsel Mati dice anche di aver «comprato tutto lassù», intendendo Belforte. «L’ex night, quell’altra casa in pietra a fianco, un’altra casa ancora lassù, tutta la montagnetta».

All’interlocutore il 31enne albanese confida anche la sua idea di realizzare lì la sua villa, ma allo stesso tempo l’amarezza legata al fatto che lì non ci può costruire una piscina: «Un progetto bello, grosso, solo che i tecnici si erano dimenticati un dettaglio. Che lì ci sono dei vincoli, la piscina non si può fare, lo sbancamento non si può fare, il muretto alto non si può fare, la recinzione giù di sotto non si può fare e io faccio la villa, spendo 2 milioni e senza piscina già non mi sta bene».


Ma come ha evidenziato il colonnello Candido, «erano scaltri. Il capo dell’associazione temeva che potesse arrivare qualche provvedimento che poi aggredisse il suo patrimonio, aveva cura di non intestarsi alcun tipo di bene». Tra le conversazioni finite sotto la lente degli inquirenti, infatti, ce n’è una che il 31enne ha con un consulente finanziario per un leasing immobiliare. Marsel Mati vorrebbe intestare alcuni beni immobili a una società di leasing ma il consulente gli risponde che nessuno glielo farebbe. I due parlano poi dell’assetto societario dell’impresa Gruppo Marma srl, il consulente pensa che Mati sia socio ma lui risponde «No, io sono operaio part-time».

Il consulente allora gli chiede chi è il socio e scopre che socia al 100% è la sorella. «Perché una società che opera nell’edilizia è intestata a una donna?», incalza il consulente finanziario ipotizzando che ci fossero stati dietro problemi economici, come ad esempio dei fallimenti, ma Mati lo rassicura sul fatto che nessun familiare è stato interessato da fallimenti societari e minimizza: «È stata fatta a nome di mia sorella per il semplice motivo che io avevo un po’ di problemini, ma non con le banche, quindi..».

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