Nordio, nuova stretta sulle intercettazioni: «Più difficile sequestrare i cellulari»

L’annuncio del ministro alla festa di FdI. La stretta in un nuovo ddl entro febbraio

Nordio, stretta sulle intercettazioni: «Più difficile sequestrare i cellulari»
Nordio, stretta sulle intercettazioni: «Più difficile sequestrare i cellulari»
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Sabato 16 Dicembre 2023, 09:14

Carlo Nordio assicura che la riforma della separazione delle carriere di giudici e pm «non è stata insabbiata» e annuncia una nuova stretta sul sequestro di telefonini e pc degli indagati. Matteo Renzi gli fa sponda e bacchetta il governo: «Dovete far lavorare il ministro». Andrea Delmastro riattacca le toghe, «solo gli ayatollah iraniani sono insindacabili». Giulia Bongiorno veste i panni dell’arbitro e con la mano fa un cenno: «Calmiamoci». 

L’ANNUNCIO

Sul palco di Atreju, la festa di Fratelli d’Italia, si parla di giustizia e dello scontro tra toghe e politica rinfocolato nelle ultime settimane. In sala c’è la ressa delle grandi occasioni. Un po’ per Delmastro, il sottosegretario alla Giustizia che andrà a processo per rivelazione di segreto istruttorio e per questo viene accolto dai cori da stadio dei giovanissimi volontari, «uno-di-noi». Un po’ per la curiosità e la simpatia del popolo di Atreju riservate all’ospite Renzi, l’unico leader dell’opposizione presente al raduno del partito di Giorgia Meloni all’ombra di Castel Sant’Angelo. «Sono qui in sostituzione di Elly Schlein», esordisce l’ex premier canzonando la segretaria dem e il suo forfait, e la sala esplode in un applauso. Il tema però è serio, la giustizia è il piano inclinato su cui cammina da mesi il governo fra riforme e duelli rusticani con la magistratura. Ecco dunque il Guardasigilli Nordio, intervistato dal direttore dell’Adnkronos Davide Desario, garantire dal palco che il governo rispetterà alla lettera il programma delle riforme. Inclusa la separazione delle carriere, contestatissima dalla categoria, che richiede di modificare la Costituzione. «La riforma sul premierato ha la priorità, ma quella sulla giustizia non verrà insabbiata, arriverà subito dopo».

L’altro fronte riguarda invece le intercettazioni. In particolare una stretta sul sequestro di cellulari e pc degli indagati da parte dei pm. Ancora Nordio: «Sequestrare un telefonino è sequestrare una vita, in quanto ormai è pieno di atti riservati, anche se per fortuna la Consulta ha fatto piazza pulita sulla corrispondenza (con la sentenza su Renzi nel caso Open, ndr)». Il giro di vite entrerà in un nuovo disegno di legge sulle intercettazioni, pronto entro febbraio, e prende le mosse dalle proposte avanzate dalla Commissione giustizia del Senato guidata dalla leghista Bongiorno.

Con le nuove regole, il pm dovrà motivare a fondo la richiesta del sequestro e circoscriverla nel tempo. Non solo: l’indagato potrà realizzare una copia dei dati presenti sul cellulare per verificare eventuali manomissioni. Sarà «una rivoluzione copernicana», promette Nordio. Sullo sfondo c’è lo scontro tra poteri dello Stato riacceso dopo le parole del ministro della Difesa Guido Crosetto su una parte della magistratura pronta a colpire il governo prima delle Europee. Il caso è rientrato, ieri sera Crosetto ha avuto un incontro chiarificatore con il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia - le tensioni invece restano. Renzi mette il dito nella piaga. «C’è la stessa differenza tra dittatura e democrazia, se qualche magistrato decide di fare indagini di pura politica tradisce la sua missione». Su questo «siamo simili», spiega al pubblico l’ex premier che dice la sua sui casi giudiziari dentro al governo: Delmastro, Santanché, La Russa. «Niente dimissioni senza una condanna definitiva». 

IL SIPARIETTO

Con Delmastro, il sottosegretario nel ciclone dopo aver passato al compagno di partito Giovanni Donzelli alcune carte sul caso Cospito, parte un lungo siparietto. Renzi: «Ma puoi dare le carte a Donzelli? Quello non sa tenere un cecio in bocca». Delmastro ride ma rilancia e alza i decibel. «Si parla tanto di trasparenza, di desecretare le carte di Ustica, e di queste carte che non erano segrete non si poteva parlare?». 
È un fiume in piena: «Io e Donzelli rifaremmo tutto quel che è necessario per difendere il carcere duro». Nel mirino del colonnello di Meloni a via Arenula finisce il Pd, «noi non andiamo a trovare in carcere Cospito e i terroristi», e poi il pm Piercamillo Davigo: «Per giudici come lui servirebbero i test psicoattitudinali». Bongiorno apre da parte sua ai test psicologici per i giudici, «una funzione così delicata richiede equilibrio». Ma con la mano fa cenno a tutti di calmarsi, di abbassare i toni sulle toghe. Come a dire: ce n’è abbastanza così. 

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