Street tutor contro la movida violenta: la Riviera seguirà il modello Bologna. Dopo il summit in prefettura ecco le forze in campo

La movida
La movida
di Alessandra Clementi
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Sabato 5 Febbraio 2022, 06:10

SAN BENEDETTO - Una task force e un progetto per contrastare la movida violenta: forze dell’ordine, comitati di quartiere, protezione civile si uniscono per contrastare i disordini notturni a San Benedetto. È un progetto pilota quello che si pone l’obiettivo di fronteggiare la movida molesta. In campo Comune, forze dell’ordine, comitati di quartiere e la polizia privata. Tutto per non farsi trovare impreparati all’estate quando il fenomeno della movida raggiungerà l’apice. 


Di movida si è discusso nell’ultimo incontro di maggioranza tenutosi giovedì sera. Il sindaco Antonio Spazzafumo ha relazionato sull’incontro avuto in prefettura con gli altri sindaci del territorio alla presenza del vicario del prefetto Gaetano Tufariello. Si è parlato della movida e di come fronteggiare questo fenomeno sempre più sentito soprattutto nei grandi centri. Un summit che è stata più una presa d’atto delle criticità che stanno attanagliando i vari Comuni della costa in tema di sicurezza. Risale allo scorso weekend la chiusura di 4 locali per somministrazione di alcolici ai minorenni e uno per musica oltre i decibel consentiti. Un fenomeno dilagante soprattutto per il disturbo della quiete pubblica e il consumo di alcol da parte di minorenni. La zona più interessata quella del centro, nel quadrilatero che va da via Roma a viale Moretti da viale Marina d’Italia fino alla Statale 16.

Un problema che anche in campagna elettorale l’allora candidato sindaco Spazzafumo aveva portato alla ribalta sottolineando spesso l’assenza o comunque la presenza sporadica di vigili urbani a presidio della città.

La maggioranza dunque sta lavorando a un progetto pilota, sulla scia di altri già adottati in grandi centri come Bologna e Milano, che vedrebbe coinvolte le forze dell’ordine, la security, i comitati di quartiere, associazioni di categoria e il Comune nella veste di coordinatore. Ad occuparsene direttamente i consiglieri Fabrizio Capriotti e l’assessore al commercio Laura Camaioni.

I quartieri avrebbero il compito di fare da tramite tra i cittadini e quindi coloro che segnalano e lamentano il disturbo della quiete pubblica con gli operatori quali titolari dei locali del centro. Da una parte segnalazioni e denunce dall’altro le esigenze del commercio. Due volontà che andranno commisurate e valutate, ma soprattutto si dovrà trovare un punto di incontro. Da qui anche l’importanza di ordinanze che il primo cittadinoemanerà per fissare orari di chiusura e normative da rispettare. 


Il personale delle forze dell’ordine è esiguo e non sempre riesce a coprire richieste ed esigenze, sempre più numerose, del territorio. A Bologna, per esempio, c’è un «progetto integrato» che vede istituzioni, forze dell’ordine, commercianti e comitati di quartiere, così come gli street tutor per monitorare, soprattutto durante la notte, quello che accade attorno a bar e locali. E’ intenzione del Comune sambenedettese mettere in campo anche la Protezione civile e l’associazione dei carabinieri in pensione, insomma tutto quanto possa garantire maggiore sicurezza.

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