Il Parco Marino sempre più vicino, dal governo assist alla biodiversità: l’Ispra incaricata dello studio

Una vongolara
Una vongolara
di Stefania Serino
3 Minuti di Lettura
Giovedì 27 Luglio 2023, 04:30 - Ultimo aggiornamento: 14:01

SAN BENEDETTO - Parco Marino del Piceno, il Governo tira dritto in nome della biodiversità. La novità riguarda l’incarico conferito dal ministero dell’Ambiente all’Ispra Istituto superiore protezione ricerca ambientale, di aggiornare gli studi effettuati tra il 2008 e il 2010 per l’istituzione dell’Area marina protetta, che poi fu sospesa. A dare la notizia è Massimo Rossi promotore del Parco Marino del Piceno: «Questo significa che il Ministero ritiene di andare avanti, che terrà conto delle istanze del territorio e che coinvolgerà tutti nella scelta delle regole, del perimetro dell’area marina protetta. È una strada obbligata, laddove sono state istituite aree marine protette ci sono stati effetti positivi nell’immediato sul turismo ma anche medio termine per le categorie che temono di essere penalizzate». 


La protesta

La pesca a strascico è stata al centro della protesta che ha visto Coldiretti e lo stesso ministero dell’Agricoltura e sovranità alimentare al fianco dei marittimi sambenedettesi contro la linea tracciata dall’Unione Europea che vorrebbe ridurre fortemente fino alla riduzione questo tipo di attività, ma solo per le aree marine protette a partire dal 2030.

Massimo Rossi però rassicura e parla di pesca sostenibile: «La pesca a strascico oggi si esercita oltre le tre miglia, un’area che non rientra nel perimetro del Parco Marino Piceno. Restano però talune attività, come ad esempio la pesca delle vongole e la piccola pesca. L’unica difficoltà è quella di conciliare queste tecniche di pesca con delle attrezzature come le turbosoffianti che hanno un impatto sul fondo, con la protezione del mare e la difesa della biodiversità. La soluzione può essere trovata riservando alle aree di protezione integrale, di riserva, degli spazi limitati che non vadano ad impattare su queste attività. Sono certo che si rivedranno le tecniche di pesca e proprio l’area marina protetta spingerà in questa direzione. Ci saranno finanziamento per migliorare le tecniche di pesca che potrebbe essere riconoscibilità del nostro prodotto, un marchio per la vongola del Piceno legato al processo di pesca, al fatto che viene pescato con tecniche sostenibili». 

La zonizzazione 

L’area del Parco Marino Piceno deve prevedere un’ampia zona D di sviluppo socio-economico cui la pesca con turbosoffianti dovrebbe essere consentita, mentre le zone escluse sarebbero le aree A, B, e C in corrispondenza della Riserva Sentina e dello scoglio di San Nicola a Grottammare (per un totale di circa quattro chilometri). I comuni interessati ovvero San Benedetto, Grottammare, Massignano, Campofilone ed Altidona stanno chiedendo che nelle zone D, definita di promozione e sviluppo, la pesca venga effettuata con tecniche meno impattanti. L’obiettivo da parte dei comuni è quello di contenere la possibile conflittualità delle categorie economiche interessate alle nuove regole di protezione dell’ecosistema marino. «Già oggi gli operatori fanno grandi sforzi - conclude Rossi - ma le categorie non hanno nulla da temere, devono stare sul tavolo e devono partecipare. Basta disfattismo. È un dovere di tutti noi, istituzioni, cittadini, associazioni concorrere al cambiamento delle nostre abitudini anche in virtù del cambiamento climatico e del deperimento dell’ambiente».

© RIPRODUZIONE RISERVATA