La provincia invecchia e la spesa del welfare non tutela la terza età. Scatta l'allarme: sinergie e meno burocrazia

Sempre più anziani in provincia di Ascoli Piceno
Sempre più anziani in provincia di Ascoli Piceno
di Luigina Pezzoli
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Domenica 3 Gennaio 2021, 04:05

ASCOLI - Cresce l’indice di vecchiaia della popolazione picena: ci sono 218,4 anziani ogni 100 giovani. In particolare nel territorio della provincia di Ascoli si contano 198.377 abitanti, di cui 52.731 sono ultra 65enni, ovvero il 25,5% dei cittadini. «Occorrono strategie di welfare pubblico che mettano al centro gli anziani, un’importante fetta della popolazione. Solo così è possibile riuscire a tutelarli, anche rispetto ai nuovi bisogni emersi in questa vicenda pandemica».

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Il monito
È il monito lanciato da Guido Bianchini della Uil di Ascoli Piceno. «L’indice di vecchiaia del corrente anno – spiega Bianchini - cioè il grado di invecchiamento di una popolazione che si calcola facendo il rapporto percentuale tra il numero degli ultrassessantacinquenni ed il numero dei giovani fino ai 14 anni, è pari 218,4. Un dato in aumento rispetto all’anno precedente quando era pari a 211,3». Secondo i dati di Openpolis - Openbilanci, la piattaforma online sui bilanci, Rotella e Montalto sono i comuni della provincia che destinano una somma maggiore di risorse per servizi di supporto agli anziani. Nella voce sono comprese le spese per le strutture residenziali e di ricovero, gli interventi contro i rischi legati alla vecchiaia: reddito insufficiente, perdita dell’autonomia per svolgere le attività quotidiane e la ridotta partecipazione alla vita sociale e collettiva. «Per chiarezza di statistica – precisa Bianchini - i dati analizzati andrebbero comunque normalizzati rispetto alla effettiva popolazione anziana per ogni comune, altrimenti potrebbero emergere indici non conformi; sebbene la spesa assistenziale vada comunque a gravare implicitamente sull’individuo, non anziano, che si appoggia al welfare comunale o regionale, d’altra parte da esso stesso finanziato tramite imposte e tributi locali».


Il dettaglio
Entrando nel dettaglio la spesa pro capite per anziani a Rotella è di 156,91 euro, dove si contano 266 ultrassessantacinquenni, ovvero il 31,6 della popolazione, mentre a Montalto la spesa è di 105,37 euro, qui la percentuale di ultrassessantacinquenni è del 32,2 cioè 637 abitanti.

Seguono i comuni di San Benedetto con una spesa pro capite per anziani, che rappresentano il 25,7 per cento della popolazione pari a 12.196 abitanti, di 41,58 euro mentre ad Ascoli è di 24,11 euro e gli ultrassessantacinquenni sono il 28,4 per cento della popolazione ovvero 13.499. «Da una rapida analisi – aggiunge il rappresentante della Uil - emerge come i comuni più piccoli, specie dell’entroterra con tante difficoltà insite nei bilanci, sono quelli che hanno una presenza percentuale maggiore di anziani, alcuni anche superiore al 30% dei loro abitanti. Purtroppo sono i medesimi enti che in termini statistici, destinano somme irrilevanti per queste attività, ma poi in realtà i problemi e le soluzioni sono affrontati e risolti in termini pratici. A fronte di una spesa pro capite media nazionale di 17,65 euro ci sono comuni che destinano risorse maggiori, mentre altri enti solo poche decine di euro o addirittura di centesimi vista l’esiguità delle risorse destinate a queste politiche». Infatti in comuni dove la percentuale di anziani supera il 30%, come Acquasanta, Cossignano, Monsampolo e Montefiore dell’Aso la spesa pro capite per anziani oscilla dai due ai quattro euro. In particolare ad Acquasanta la spesa pro capite è di 4,28 euro, qui si contano 856 anziani.


L’accorpamento
Spesa pro capite che scende a 2,92 euro a Montefiore dell’Aso, a 2,53 euro a Monsampolo, e a 2,20 a Cossignano. «Risulta evidente – conclude Bianchini - che per fornire risposte adeguate occorre attivare politiche sinergiche tra i vari enti, ridurre spese e burocrazia, forse anche procedendo ad unificare ed accorpare alcuni comuni con pochi abitanti. Non dimentichiamo che la popolazione in età avanzata è sicuramente la fascia più esposta ai rischi del contagio da Covid-19».

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