Ascoli, i contagi bengalesi fanno "chiudere" gli ospedali: stop alle visite e tamponi per i ricoveri

I contagi bengalesi fanno "chiudere" gli ospedali: stop alle visite e tamponi per i ricoveri
I contagi bengalesi fanno "chiudere" gli ospedali: stop alle visite e tamponi per i ricoveri
di Nino Orrea
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Giovedì 9 Luglio 2020, 03:05 - Ultimo aggiornamento: 10 Luglio, 10:18

ASCOLI - La scoperta dei due cittadini provenienti dal Bangladesh e risultati positivi al Covid-19, ha fatto scattare l’allarme nell’Area Vasta 5. Con una comunicazione urgente, il direttore sanitario, Diana Sansoni, la direzione sanitaria ha dichiarato che «la nostra provincia non più a basso rischio». Poche parole che, però, hanno un impatto immediato sulla gestione sanitaria dei due ospedali, il Mazzoni di Ascoli e il Madonna del Soccorso di S. Benedetto. Da oggi, se non dovesse cambiare nulla, tutti coloro che accedono al Pronto soccorso dei due nosocomi, dovranno sottoporsi alla prova del tampone per rilevare una eventuale positività al Coronavirus. Insomma, quello che in gergo medico viene definito una campionatura a tappeto per gli accessi al Pronto soccorso. 

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Di fatto, con la comunicazione di ieri, le lancette dell’orologio sono state spostate indietro, ai primi di giugno e questo ha un impatto anche sulle due strutture ospedaliere. Infatti, sarà vietato l’accesso ai reparti a parenti e visitatori, così, come i pazienti che dovessero essere ricoverati d’urgenza dovranno sottoporsi al test sierologico e all’esame del tampone.
 
Anche per il personale sanitario vengono ripristinate le misure adottate durante la fase acuta dell’emergenza, le quali, prevedono l’uso dei dispositivi di protezione individuale (DPI), come mascherine FFP2, visori, guanti e camice monouso. L’accesso alle due strutture ospedaliere sarà normalizzato, come è avvenuto nei mesi scorsi, attraverso la misura della temperatura attraverso l’utilizzo dei termo scanner e l’uso della mascherina chirurgica. Ripristinato anche il blocco delle visite degli informatori farmaceutici. 
Gli ambulatori
Per quanto riguarda, invece, l’accesso agli ambulatori, tutto sarà deciso in una riunione convocata per questa mattina, nel corso della quale si prenderà una decisione al riguardo, anche se la linea di massima prudenza adottata dall’Area Vasta 5 durante l’emergenza della pandemia fa pensare che si seguirà la linea del rigore, con il blocco agli ambulatori e ai laboratori di analisi. Accessi che verrebbero consentiti solo per le urgenze e per le prescrizioni con codici U e B. Nel pomeriggio di ieri ci sono stati contatti tra la dirigenza dell’Area Vasta 5 e la Prefettura per fare il punto della situazione ed esaminare le misure da adottare. Che, però, non dovrebbero discostarsi molto dalla linea di massima prudenza e allerta, attuate durante la fase più acuta dell’emergenza. Una linea che ha premiato il nostro territorio messo al riparo, nei mesi scorsi, dall’ondata di contagi e di decessi, che, purtroppo, si sono registrati in altre zone della regione. 
L’interrogativo
Ma l’interrogativo al quale le autorità sanitarie della nostra provincia si stanno ponendo in queste ore è come mai la comunicazione degli arrivi dal Bangladesh di soggetti che vivono nel Piceno, sia arrivata con così tanti giorni di ritardo. Un periodo di tempo durante il quale i due bengalesi positivi hanno avuto modo di muoversi liberamente per tutto il territorio provinciale, rendendo difficile ricostruire la catena dei contatti.

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