ASCOLI - L’analisi delle priorità del Piceno, la valutazione dei punti di forza e di debolezza sono stati l’oggetto di discussione nel convegno andato in scena ieri pomeriggio, organizzato dalla Fondazione Carisap insieme all’Università politecnica delle Marche e al Consorzio universitario piceno. Il territorio registra ottime performance in diversi punti: elevata densità imprenditoriale e forte propensione alla creazione di impresa.
Longevità della popolazione, costante innalzamento del livello di scolarizzazione della popolazione; alto tasso di diplomati e laureati. Presenza di strutture universitarie, buon livello di sicurezza pubblica e tassi di criminalità contenuti. Presenza consolidata del volontariato e dell’associazionismo, coesione delle reti familiari e amicali. Buon livello di qualità ambientale: consumi energetici coperti da fonti rinnovabili e percentuali di raccolta differenziata in crescita.
Elevata mortalità
Dalla ricerca emerge come tra il 2001 e il 2021 la popolazione si riduca in 26 dei 38 Comuni dell’area, con perdite che variano da quella massima di Arquata (-31,8%) a quella di Maltignano (-3,8%). La popolazione aumenta solo nei Comuni della fascia costiera e lungo la Vallata. I centri con la crescita più consistente in termini relativi sono Monteprandone (+24,2%) e Spinetoli (+23,2%). Al 2030 l’Istat stima che, nell’intera provincia di Ascoli, la popolazione scenderà a 195.762 abitanti rispetto agli attuali 202.317 perdendo 6.555 residenti (approssimando per difetto, scomparirà un Comune delle dimensioni di Cupra Marittima). La città di Ascoli diminuirà la sua popolazione fino a 43.100 abitanti, mentre San Benedetto salirà a 47.161. E se il tasso di disoccupazione dell’Ascolano (8,8% nel 2021) è più elevato della media regionale (pari al 7,3%), nel 2021 la disoccupazione giovanile si attesta al 21,5%.
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