ASCOLI - Si illumina la cripta di Sant’Emidio. «Finalmente dopo quattro anni ridiamo luce alla cripta. Nel 1880 è stata dichiarata monumento nazionale ed è oggi tra i più importanti d’Italia. Si tratta di un’azione determinante dal punto di vista religioso e civile.
La cripta è un luogo sacro arricchito dalla sua antichità», dichiara il sindaco Marco Fioravanti. «Emerge negli affreschi restaurati delle volte e delle tombe la grande devozione del popolo a Maria Madre di Dio, ai suoi santi e in particolare a Sant’Emidio, devozione che è espressa dalla luce delle colonne bianche e dai colori degli affreschi», afferma il vescovo Gianpiero Palmieri. C’è spazio anche per il ricordo: quello di don Angelo Ciancotti che ha fortemente voluto e seguito l’opera di restauro e di Rino Altero Angelini responsabile del progetto fino alla sua scomparsa. L’intervento è stato possibile grazie alla Fondazione Carisap che ha stanziato un contributo di oltre mezzo milione di euro. Il restauro, approvato dalla Soprintendenza, è stato eseguito dai tecnici Dario Di Flavio e Daniela Lenzi sul progetto del restauratore Rino Altero Angelini, scomparso nel 2020, e sotto la guida del direttore, l’architetto Daniele Di Flavio. «Abbiamo levato i vecchi intonaci ed è venuto fuori il mondo - spiega Daniele Di Flavio -. Durante il Covid i restauratori hanno lavorato da soli pur di portare avanti le opere. Oggi abbiamo una delle migliori illuminazioni delle cattedrali moderne».
«La cripta è una delle più grandi d’Italia. Abbiamo scoperto 140 figure di santi dipinti sulle volte di due pareti: tanti ancora quelli nascosti, una vera rarità», raccontano i tecnici del restauro, Dario Di Flavio e Daniela Lenzi, illustrando le principali modalità operative del lavoro.
Grazie agli smartphone si scoprono alcuni segreti. «Utilizzando i filtri dei cellulari abbiamo notato linee non visibili», aggiungono i restauratori.