La cripta del duomo appena restaurata si illumina per la prima volta nel giorno della Candelora

Gli affreschi della cripta del duomo
Gli affreschi della cripta del duomo
di Pierfrancesco Simoni
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Mercoledì 1 Febbraio 2023, 03:00

ASCOLI - Il vescovo di Ascoli monsignor Pierluigi Palmieri ha scelto la ricorrenza religiosa della Candelora, la celebrazione liturgica nella quale si benedicono le candele, simbolo di Cristo Luce per illuminare le genti, il 2 febbraio, per la prima accensione del nuovi sistema di illuminazione della cripta della cattedrale, appena restaurata con il contributo della Fondazione Carisap su impulso dell’allora parroco del duomo, il compianto don Angelo Ciancotti.

Domani sera, quindi, la cripta restaurata e perfettamente illuminata sarà eccezionalmente aperta al pubblico dopo la messa delle ore 18 in duomo. Il vescovo scenderà nella cripta in preghiera e per la prima volta entrerà in funzione l’intero nuovo impianto di illuminazione delle volte. L’inaugurazione ufficiale dei lavori è prevista per sabato 25 febbraio alla presenza delle autorità e dei vertici della Fondazione Carisap. Nell’occasione, sarà anche organizzato un convegno per raccontare le varie tappe del restauro. Quella di domani, dunque, è un’interessante anteprima.

L’opera di restauro è iniziata nel febbraio del 2019 ed è stata eseguita dai tecnici Dario Di Flavio e Daniela Lenzi sul progetto del restauratore Rino Altero Angelini, scomparso nel 2020, e sotto la guida del direttore architetto Daniele Di Flavio.

Ed in quasi quattro anni le scoperte si sono susseguite senza sosta.

Lungo il lato nord che guarda verso il battistero, sono venuti alla luce degli affreschi raffiguranti una Madonna con Bambino che sormonta una “predella” con le immagini di alcuni santi tra cui si riconosce il patrono della città Sant’Emidio, un mirabile San Francesco, un Cristo flagellato ed altre immagini sacre. Inoltre, anche alcune colonne, anch’esse inizialmente nascoste dalla parete, sono finemente affrescate. Gli affreschi sono databili tra il XII ed il XIII secolo. Inoltre, la cripta ha regalato una mirabile Pietà in terracotta di scuola tedesca, del XIV secolo.

Il restauro era proseguito nella parte sud della cripta. Erano tornate al loro originario splendore tutte le altre volte. In ognuna di esse sono raffigurati dei santi. Ma c’è un aspetto curioso: nella maggior parte è presente l’immagine di uno scudo bianco su cui è inscritto un leone rampante di colore rosso. Questo tema ricorrente fa pensare che sia lo stemma del casato del committente, molto probabilmente un nobile.

Inoltre, in una delle volte dell’abside è stata rinvenuta l’immagine di un Sol Invictus (il dio Apollo), il cui viso guarda verso una volta attigua, all’interno della quale sono raffigurati la mano di Dio benedicente e l’Agnus Dei. Un gesto che pare voglia testimoniare il passaggio dal paganesimo al Cristianesimo. Tutto il restauro è stato seguito e approvato dai dirigenti della Soprintendenza della regione Marche con Pierluigi Moriconi per la parte pittorica e Rosella Bellesi per quella architettonica.
 

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