Il Prado ammaliato dalle opere in Pinacoteca, chiesto il prestito di un capolavoro di Guido Reni

Il professor Stefano Papetti con "L'Annunciazione" di Guido Reni
Il professor Stefano Papetti con "L'Annunciazione" di Guido Reni
di Filippo Ferretti
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Venerdì 3 Dicembre 2021, 07:50

ASCOLI - Il patrimonio d’arte conservato nel capoluogo piceno sta attirando appassionati e studiosi da ogni dove. Il direttore dei musei civici, Stefano Papetti, ha annunciato una serie di importanti novità legate al patrimonio custodito in Pinacoteca e al museo d’arte contemporanea Licini. 

 

Papetti ha rivelato l’inizio di una promettente collaborazione tra la galleria comunale e un gruppo di importanti ricercatori per tutelare e rendere maggiormente visibili i tesori che vi sono custoditi. Il sodalizio ha avuto inizio con l’arrivo in città del gruppo “Distori Heritage”, gli esperti del “Cultural digital heritage” dell’Università Politecnica delle Marche. Il team di professionisti eseguirà un sofisticato lavoro digitale sulle opere più significative della Pinacoteca. Una riproduzione in 3D per una conservazione e diffusione più ottimale. Lo studio intrapreso si chiama “Progetto Vita” (Virtual immersion in territorial arts) ed è stato avviato con uno dei lavori più importanti tra quelli esposti in Pinacoteca, “L’Annunciazione” di Guido Reni, che in questi giorni è stato oggetto anche di una precisa richiesta da parte del museo del Prado di Madrid, una delle più ammirate e visitate gallerie del mondo, dove sono esposti gioielli firmati da Raffaello, Tiziano, Mantegna, Rubens, Velazquez e Goya. Ma non si tratterebbe certo del primo prestito internazionale da parte della collezione ascolana. Lo stesso quadro, “L’Annunciazione”, nel recente passato era stato chiesto da Vittorio Sgarbi per l’esposizione bolognese “Da Cimabue a Morandi”. «Per noi è l’occasione di far conoscere fuori dai confini le ricchezze di Ascoli e ci offre anche l’opportunità di fare interventi di restauro a carico dell’organizzazione della mostra richiedente» ha spiegato Papetti, certo che con questi prestiti “ragionati” negli anni sia stato possibile restaurare decine di quadri tra la Pinacoteca e la Galleria d’arte contemporanea. 

«Mostre ed esposizioni, dunque, oltre a far apprezzare il nostro patrimonio d’arte, sono l’occasione per far conoscere il luogo di provenienza dell’opera d’arte in esposizione» ha aggiunto Papetti, sottolineando che anche per l’operato di Licini ci sia molto interesse da tutta Europa. Parliamo della collezione permanente della galleria al Polo Sant’Agostino, composta da 40 dipinti e 38 disegni del maestro, oggetto di interesse da parte dei maggiori musei: dal Guggenheim di Venezia al Museo D’Orsay di Parigi.
 

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