La Biennale sbarca al Marv di Urbania, l’apporto delle Marche alla grande storia dell’arte

Marv - Museo d'arte Rubini Vesin di Gradara
Marv - Museo d'arte Rubini Vesin di Gradara
di Elisabetta Marsigli
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Martedì 12 Marzo 2024, 03:05 - Ultimo aggiornamento: 15:03

A Gradara è aperta al Marv (Museo d’arte Rubini Vesin) la seconda tranche dell’edizione 2023 del Premio Marche, organizzato dall’Associazione Marchigiana Iniziative Artistiche, rassegna tra le più significative del secondo Novecento che annovera tra i suoi curatori, importanti critici nazionali e con la partecipazione di quasi la totalità dei maggiori artisti del Novecento. 

I curatori

La sezione esposta al Marv è curata dallo storico dell’arte Andrea Carnevali e dal critico e giornalista d’arte Cecilia Casadei, ed è costituita dalla mostra monografica dal titolo “Intorno allo Stato dell’arte nelle Marche”. L’intento è quello di riflettere sull’apporto marchigiano alla storia dell’arte contemporanea individuato tra quegli artisti marchigiani presenti nella sezione regionale delle Marche alla Biennale di Venezia del 150esimo dell’Unità d’Italia.

Attraverso una selezione ponderata degli artisti, con criteri di disciplinata scientificità, il progetto diventa un contribuito alla storiografia artistica contemporanea dato dalle Marche, regione caratterizzata da importanti flussi artistici e da personalità di spicco, luogo fertile che merita un più approfondito esame di alcuni aspetti dei valori estetici e culturali prodotti ai giorni nostri.

I due filoni

La mostra, fruibile fino al 9 giugno 2024, affronta due filoni analitici di opere occupandosi di una rilettura aggiornata al decennio successivo nella considerazione di alcune linee stilistiche e tematiche (con una selezione degli di artisti presenti), sviluppate secondo il seguente taglio analitico individuato dai curatori: “Dalla tradizione ai nuovi linguaggi e dalle parole alle immagini” (Andrea Carnevali) e “Linguaggi e poetica dalla evocazione della Natura e nuove prospettive” (Cecilia Casadei). «In tutta Europa, negli ultimi decenni il pubblico internazionale sembra interessato al dipingere di “maniera”», spiega Andrea Carnevali. «La ricerca di una nuova espressività che superi l’inedito e l’artificiosità delle vecchie formule, e a volte di sperimentazioni aride delle scuole ha dato origine al recupero di temi letterari o storici che hanno orientato la ricerca verso la combinazione di più linguaggi espressivi.

Tutto ciò ha avuto una ricaduta sul tessuto marchigiano all’interno del quale pittori, scultori, fotografi e incisori hanno realizzato opere originali, ispirandosi alla tradizione per rinnovare il canone artistico».

La natura

Cecilia Casadei evidenza come ad essere protagonista della sua sezione è «la natura rappresentata, evocata, trasfigurata, fino alle prospettive di una post-natura. Fil rouge per una indagine che muove dal senso degli artisti per la Natura in un quadro di contemporaneità che restituisce lo sguardo di un nucleo di autori marchigiani con linguaggi e poetica che nasce da un sentire universale».

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