Giuseppe Lacava è il nuovo soprintendente. Soluzione provvisoria: resterà fino al 31 dicembre. È il terzo in meno di due anni

Il nuovo soprintendente Giuseppe Lacava
Il nuovo soprintendente Giuseppe Lacava
di Marco Vannozzi
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Mercoledì 26 Luglio 2023, 04:00 - Ultimo aggiornamento: 11:33

ASCOLI - Cambio della guardia a capo della Soprintendenza Marche Sud. Arriva un nuovo responsabile al posto di Giovanni Issini: è Giuseppe Lacava. Ingegnere di origini lucane, 52 anni, da settembre 2022 è direttore della Soprintendenza archeologica belle arti e paesaggio dell’Umbria. L’incarico alla guida di Marche Sud (province di Ascoli, Macerata e Fermo) è aggiuntivo e a tempo, fino al prossimo 31 dicembre. Lacava può vantare un lungo e prestigioso curriculum, nel quale spicca il suo ruolo nella ricostruzione post terremoto umbra: in qualità di funzionario è stato protagonista di numerosi progetti relativi alla messa in sicurezza, consolidamento, restauro e manutenzione di beni come ad esempio la Basilica di San Benedetto di Norcia. Issini al momento è nella Capitale per seguire alcuni corsi, ancora presto per comprendere cosa accadrà nel futuro. La fotografia descrive però una realtà di nuovo instabile: Lacava è il terzo soprintendente da novembre 2021. All’epoca dell’insediamento della struttura ad Ascoli, le sorti furono nelle mani di Pierluigi Moriconi. Ma dopo appena tre mesi lasciò l’incarico a causa della mancanza di personale e di alcune garanzie. Il suo posto fu poi preso nell’aprile 2022 da Giovanni Issini. 


 
Oggi toccherà a Lacava portare avanti le istanze di un territorio almeno fino al termine dell’anno. Questa al momento appare comunque una soluzione provvisoria: Lacava è già da tempo operativo in Umbria e sarà costretto a uno sdoppiamento. E per forza di cose la sua presenza nel capoluogo piceno sarà a corrente alternata. Il territorio ascolano è invece alle prese con la fase di ricostruzione post sisma e atteso alle fondamentali sfide di domani. L’approdo ad Ascoli della sede della Soprintendenza Marche Sud era stato un enorme successo, frutto soprattutto della sinergia, della mobilitazione collettiva del mondo delle istituzioni locali e della cultura. All’epoca la città delle Cento Torri vinse il duello con Macerata, l’altra candidata. La virata su Ascoli aveva tenuto conto di diversi parametri come la consistenza di patrimonio, anche archeologico, il numero di abitanti e altre questioni logistiche e geografiche che avevano fatto della città turrita il luogo più appropriato per potenziare le funzioni di tutela e garantire servizi efficaci, efficienti ai cittadini delle Marche meridionali. 
 
Impulso alla ricostruzione post sisma e alla vita culturale del territorio restano oggi i due traguardi ambiziosi: nelle zone del cratere i cantieri sono ripartiti e c’è sempre bisogno di una Soprintendenza attenta e rapida soprattutto nelle autorizzazioni.

Oltre alla figura del responsabile, il destino è stato piuttosto complesso anche per quanto riguarda la sede: all’inizio si puntò su Palazzo Bazzani, attuale base regionale del Fai Marche, poi la scelta provvisoria fu Palazzo Panichi in piazza Arringo. Da pochi mesi gli uffici sono stati trasferiti nel palazzo delle Poste in via Crispi, ma in futuro, grazie a un accordo tra l’Arengo e l’agenzia del Demanio, la Soprintendenza troverà collocazione definitiva a Palazzo Colucci. 

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