ALBA ADRIATICA - Una raccolta firme per fermare la delocalizzazione del canile di Alba Adriatica. La “Task Force Ambientale”, che riunisce 21 tra associazioni ambientaliste ed ecologiste, si sta mobilitando per impedire che sul rifugio Canalba possa calare il sipario. La vicenda è ormai nota ai più: l’Unione dei Comuni ha decretato che non saranno più concesse proroghe e che gli animali non potranno più essere accolti nella struttura di via Ascolana. Contemporaneamente è partita una manifestazione di interesse per individuare una sede che possa fungere, per un anno, da alloggio e ricovero per gli amici a 4 zampe.
In una nota l’associazione con al timone Giuliano Marsili, ha espresso dure critiche nei riguardi della scelta operata dalla Città Territorio, oggi guidata dal presidente pro tempore Massimo Vagnoni, sindaco di Martinsicuro. Marsili ripercorre la storia di Canalba: l’impegno di volontari e i progetti che dovevano decollare ma che sono rimasti sempre fermi al palo in un immobilismo che si è tradotto, sul finire, nella paventata chiusura. «La nostra associazione - scrive l’attivista - ha avviato una raccolta di firme (come avvenuto per la pineta di Villa Fiore) volta ad impedire che sia la politica inconcludente dell’Unione di Comuni ad occuparsi di una questione così delicata.
Unione dei Comuni
In sostanza la situazione è questa: l’Unione dei Comuni vuole appoggiarsi ad altri canili per il ricovero degli animali e individuare una nuova area dove realizzare una struttura di questo tipo. Da tempo si ipotizza uno spazio di 4mila ettari a Tortoreto, sulla bonifica del Salinello. Dal rifugio di Alba Adriatica, in 35 anni, sono usciti 10.300 cani. Grazie ad una rete di contatti con associazioni animaliste di tutta Italia (anche a livello internazionale in verità) si promuove l’adozione dei cani evitando loro una vita di randagismo e di stenti.