Un argomento sgradevole, certo, ma col quale debbono fare i conti sempre più persone. Ossia quelle che subiscono i comportamenti incivili dei padroni che non gestiscono adeguatamente i loro amici a 4 zampe. Secondo una statistica, a San Benedetto più di una famiglia su due ha un cane. Numeri importanti che, secondo Capriotti, non impattano eccessivamente sull’igiene urbana. «La stragrande maggioranza delle persone raccoglie correttamente le feci, il vero problema è l’urina» entra nel merito il vice di Spazzafumo, sottolineando come - soprattutto quando fa caldo e non piove - in alcune strade possono generarsi odori davvero insopportabili. Cosa fare?
Il provvedimento
L’esponente della giunta rimarca che in maggioranza si sta ragionando su un provvedimento municipale per obbligare i padroni a pulire anche la pipì. Come? Utilizzando dell’acqua o del liquido detergente, contenuto in una boccetta, da portare necessariamente con sé quando si esce col cane.
I comitati
Questo si aspettano molti Comitati di quartiere. Ad iniziare da Porto d’Ascoli Centro che, giusto pochi giorni fa, ha indirizzato a sindaco e vice una lettera nella quale s’invocano provvedimento proprio per contenere la piaga delle deiezioni canine. «Segnaliamo la sporcizia sui marciapiedi e nelle vie di Porto d’Ascoli e non solo - si legge nella missiva firmata dal presidente Elio Core - a causa di sterco ed urine che emanano odori nauseabondi in particolare nel periodo estivo. Occorre fare gli slalom per evitare di imbrattarsi le scarpe». Per punire chi non raccoglie lo sterco, da Porto d’Ascoli Centro suggeriscono una campionatura del Dna canino. Idea, questa, che sembra molto complessa da realizzare; mentre invece è già realità in varie zone d’Italia.