FOSSOMBRONE - Non un gesto volontario ma un tragico incidente. Non un suicidio ma un investimento sulle rotaie. Questa la ricostruzione della Polfer di Giulianova, sulla tragedia di martedì notte alla stazione di Alba Adriatica. Inizialmente si era pensato ad un suicidio e che la vittima, Patrizia Federici 42 anni di Fossombrone, con un passato difficile, volesse farla finita.
Poi alcune testimonianze, compresa quella del macchinista, avrebbero fugato questi dubbi.
L’ipotesi
L’ipotesi è che Patrizia stesse correndo verso un altro treno, in quel momento in partenza in direzione nord (Pescara – Novara). Per non perderlo è scesa di corsa dalla banchina senza accorgersi dell’altro convoglio che non è riuscito a fermarsi per tempo ed evitarla. Sul posto, dopo l’investimento, è arrivata la Croce Rossa di Giulianova insieme all’ambulanza medicalizzata partita dall’ospedale di Sant’Omero ma per la donna non c’era più nulla da fare. Non è stato semplice ricostruire la dinamica dell’incidente. Le operazioni per l’identificazione e la ricomposizione dei resti sono andate avanti tutta notte e durante il loro svolgimento la linea tra Giulianova e Porto d’Ascoli ha subito rallentamenti. La donna è stata prima identificata grazie ai suoi documenti, scagliati a decine di metri dal punto dell’impatto.
Tanto che, in un primo momento, si pensava non li avesse con sé. Solo nel tardo pomeriggio di ieri le generalità della vittima sono state diffuse, il tempo di procedere al secondo riconoscimento compiuto dai genitori. Ricostruire la drammatica vicenda è stato complicato perché alla stazione di Alba non ci sono neppure le telecamere. Il lavoro della Polizia Ferroviaria ha, però, portato a scardinare l’ipotesi del suicidio.
I precedenti
Purtroppo non è la prima volta che la stazione di Alba Adriatica assiste a simili tragedie. Lo scorso aprile vi perse la vita anche Michael Merlini, 25 anni, originario di Martinsicuro. Il giovane venne investito dal treno la notte tra la domenica di Pasqua e il lunedì dell’Angelo alla stazione ferroviaria di Alba Adriatica. Nonostante le condizioni in cui il povero corpo venne rinvenuto, gli inquirenti riuscirono a risalire alla sua identità.
La donna era stata vista più volte in giro nella zona di Alba Adriatica. Intorno alle 21 di martedì sera era arrivata una chiamata al 118 con la richiesta di un uomo di intervenire perché una ragazza era in difficoltà. Pare che si trattasse della stessa persona. Qualcuno l’avrebbe anche sentita urlare. Ma solo le indagini potranno chiarire se questi avvenimenti siano collegati alla morte della 42enne.