Ancona, vende sul web foto di cagnolini che però non esistono: truffatrice 25enne condannata a 5 anni di reclusione

Vende sul web cagnolini fantasma, donna di 25 anni accusata di truffa
Vende sul web cagnolini fantasma, donna di 25 anni accusata di truffa
di Federica Serfilippi
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Sabato 22 Luglio 2023, 02:50 - Ultimo aggiornamento: 16:45

ANCONA - Vende sui portali online cagnolini che, in realtà, non esistono. E per mettere a punto la truffa, utilizza l’identità di un’acquirente beffata in precedenza. È stata condannata a cinque mesi di reclusione una napoletana di 25 anni, accusata di truffa e sostituzione di persona per i fatti compiuti nell’inverno del 2019. La sentenza è stata emessa ieri dal giudice Pietro Renna dopo l’audizione di tre testimoni, tra cui due vittime che si erano imbattute in una trattativa di compravendita con la 25enne. 

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La ricostruzione

La prima a parlare in aula è stata una 30enne di Sant’Egidio alla Vibrata.

Era entrata in contatto con la napoletana nel gennaio del 2019 perché interessata all’acquisto di un cagnolino. «Le ho inviato i miei dati identificativi - ha raccontato la 30enne - perché servivano per il passaggio d’intestazione del cane. Quando però mi ha chiesto i soldi in anticipo per l’acquisito, ho capito che c’era qualcosa che non andava». Anche perché, stando all’accusa, l’imputata avrebbe iniziato a tendere trappole online utilizzando il nominativo (con tanto di tessera sanitaria e carta di identità) della 30enne.

Proprio con i riferimenti della donna di Sant’Egidio alla Vibrata, che nel frattempo aveva sporto denuncia, la napoletana si era interfacciata poco tempo dopo con una 57enne anconetana. Quest’ultima era alla disperata ricerca di un cagnolino da donare alla madre, considerando che ne aveva perso uno da poco. L’imputata, contattata attraverso un sito web di compravendita, le aveva proposto un Barboncino femmina. «Mi aveva fatto fretta - ha detto la beffata - per versare un acconto. E così, inviai sulla sua Postepay 235 euro». In totale, avrebbe dovuto pagare 470 euro. Solo che, dopo il primo versamento, la truffatrice si era data alla macchia. Niente Barboncino.

Capendo di essere finita in una trappola online, la donna si era poi rivolta agli agenti della Squadra Mobile, che in poco tempo erano risaliti all’identità della 25enne, considerando che era lei la titolare delle Postepay dove era stato fatto il pagamento. È stata difesa dall’avvocato Pietro Sgarbi.

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