Senigallia, c’è la sosta selvaggia, assilla il 112: denunciato. E' accusato di minacce e interruzione di servizio

Senigallia, c’è la sosta selvaggia, assilla il 112: denunciato. E' accusato di minacce e interruzione di servizio
Senigallia, c’è la sosta selvaggia, assilla il 112: denunciato. E' accusato di minacce e interruzione di servizio
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Venerdì 2 Febbraio 2024, 03:55 - Ultimo aggiornamento: 3 Febbraio, 07:06

SENIGALLIA Ostaggio in casa della sosta selvaggia, un cittadino ha perso le staffe con l’operatore del 112 e si è ritrovato indagato per interruzione di pubblico servizio e minaccia a pubblico ufficiale. Lunedì la polizia ha notificato a un 53enne senigalliese il provvedimento di chiusura delle indagini preliminari, da parte della procura. E’ stato indagato per aver turbato la regolarità del pubblico servizio d’emergenza, effettuando una decina di chiamate per la presenza di un’automobile in sosta selvaggia che gli bloccava l’uscita di casa, sostiene lui, e per essersi rivolto con toni intimidatori all’operatore del 112.

I fatti

I fatti risalgono a maggio 2023.

Il residente prima aveva chiesto di spostare l’auto e di rimettere al loro posto i panettoni di cemento, che erano stati disposti dal Comune contro la sosta selvaggia, ma dall’automobilista si era sentito rispondere male, con toni pensanti, che l’avevano fatto preoccupare e agitare, così aveva riferito. Questa la sua versione dei fatti. Aveva poi chiamato la polizia locale che non poteva intervenire subito, così aveva provato con il 112 per chiedere che venisse rimossa l’auto e riposizionati i panettoni al loro posto. Non essendo un’emergenza, l’operatore l’aveva invitato a riprovare con i vigili urbani. Non vedendo arrivare nessuno il cittadino aveva richiamato, più e più volte, perché si sentiva prigioniero in casa. A suo dire la linea era disturbata e, non sentendo bene, aveva dovuto effettuare più telefonate. La pazienza con il passare del tempo era terminata sia per lui, che non riusciva a risolvere il problema, che per l’operatore che pretendeva, giustamente, rispetto. Il senigalliese rischia ora un processo intanto sta lavorando alla propria difesa con il legale, a cui ha espresso l’amarezza nel sentirsi abbandonato dallo Stato che, invece di comprendere lo stato d’agitazione in cui si trovava, non gli ha risolto il problema ma l’ha aggravato, denunciandolo.

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