Covid-free, ma in 34 sono in isolamento. Quarantena per badanti che rientrano dall'Est e famiglie straniere

Covid-free, ma in 34 sono in isolamento. Quarantena per badanti che rientrano dall'Est e famiglie straniere
di Sabrina Marinelli
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Mercoledì 12 Agosto 2020, 03:05 - Ultimo aggiornamento: 08:40
SENIGALLIA - Senigallia e il suo hinterland sono Covid-free ma ci sono 34 persone in quarantena di rientro dall’estero. Si tratta in alcuni casi di badanti tornate per assistere gli anziani ma, arrivando dall’Est Europa, dovranno rispettare 14 giorni di isolamento. Lo stesso sta accadendo per nuclei familiari di stranieri tornati dai paesi d’origine, soprattutto Asia e Africa, che dovranno restare soli per due settimane. Infine tra i 34 in quarantena ci sono anche italiani rientrati dai viaggi in paesi dove il virus è particolarmente aggressivo, soprattutto Sud America e alcune zone caraibiche. 

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L’isolamento
«Attualmente non si registrano persone positive al Covid nel nostro distretto sanitario, né a Senigallia, né nell’hinterland - spiega il dottore Fabrizio Volpini, coordinatore delle Usca - ci sono invece 23 persone in quarantena a Senigallia e altre 11 nei restanti Comuni. Si tratta in tutti i casi di persone di rientro da un viaggio all’estero nei paesi ritenuti a rischio in questo momento. Non sono malate ma devono rispettare 14 giorni di quarantena». Trascorso il periodo di isolamento non potranno subito uscire. «Diversamente dal passato, in cui allo scoccare dell’ultimo giorno, la quarantena era terminata – prosegue Volpini –, tutti dovranno essere sottoposti al tampone una volta concluso il periodo e, solo se risulterà negativo, potranno poi riprendere la propria quotidianità. In maniera precauzionale è stato infatti inserito il tampone al termine dell’isolamento per avere una garanzia in più».

La prevenzione
Le Unità speciali di continuità assistenziali, dirette dal dottor Volpini, che hanno debuttato durante il lockdown proprio a Senigallia, stanno continuando a svolgere un lavoro fondamentale sul versante della prevenzione anche adesso che l’emergenza è finita. «Non bisogna abbassare la guardia - prosegue il dottor Volpini - l’attività di monitoraggio e prevenzione non si è mai fermata da parte dei sanitari che stanno garantendo assistenza domiciliare. Non a chi è in quarantena perché, come detto, chi si trova in isolamento non sta male. Si continua invece a intervenire presso le abitazioni per i casi di febbre, così da escludere che si possa trattare di Covid. Mentre durante l’emergenza i tamponi venivano eseguiti almeno dopo il terzo giorno di febbre e non prima, adesso già dopo le 24 ore ed è quello che stiamo facendo. Nel nostro territorio c’è una rete assistenziale ben collaudata creata dalla sinergia tra i medici di base, pediatri, guardie mediche, guardie turistiche, medici dell’Usca, servizio di prevenzione, medici e infermieri dell’assistenza domiciliare del distretto». 

Il filtro 
La rete limita l’accesso dei sospetti all’ospedale, dove è allestito un reparto filtro per ospitare i pazienti in attesa dell’esito del tampone. In questo modo non si ingolfa il pronto soccorso e il paziente viene preso in carico nella propria abitazione.

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