SENIGALLIA- C’è anche il Caffè Italia tra le attività che, a quasi due mesi dall’alluvione, sono ancora chiuse in attesa di capire se e quando riaprire. Lo storico Bar Italia, presente da circa un secolo in via Manni tra il Foro Annonario, i Portici Ercolani e piazza Simoncelli, dal 2016 è diventato Caffè Italia ed è stato completamente ristrutturato. Dell’elegante salotto, punto di ritrovo del centro storico, l’alluvione però non ha lasciato nulla. Tutto è andato distrutto. «Siamo fermi in attesa di capire se e quando riaprire – spiega la famiglia Curatolo, titolare dell’attività – non si è salvato nulla, abbiamo dovuto buttare via tutto. Aiuti economici non ne abbiamo ricevuti e anche investire, con la prospettiva di ripartire, riacquistando tutto, senza la certezza di essere al sicuro, è un passo importante da compiere».
I timori
È lo stesso, identico discorso che in tanti hanno fatto perché il rischio è che gli imprenditori investano altri soldi per ritrovarsi danneggiati un’altra volta.
«Ricominciare - proseguono i titolari del Caffè Italia - con l’incubo che possa accadere ancora, non è facile. Vorremmo avere delle garanzie, essere certi di poter essere al sicuro e avere anche un aiuto economico, che finora non c’è stato, per poter ripartire da zero». Molti danno la colpa al nuovo Ponte Angeli dell’8 dicembre 2018 che ha allagato via Manni, i Portici e via Carducci facendo da diga quando è arrivata la piena del Misa la sera del 15 settembre. Il timore è che possa accadere di nuovo. Senigallia rischia così di perdere locali storici. Girando tra il centro storico e il rione Porto si vedono anche negozi ancora fermi. A quasi due mesi dalla calamità in molti si stanno chiedendo se valga davvero la pena ricominciare.