Senigallia, il Caffè Italia nel limbo post alluvione: «Dobbiamo capire se e quando riaprire»

Senigallia, il Caffè Italia nel limbo post alluvione: «Dobbiamo capire se e quando riaprire»
Senigallia, il Caffè Italia nel limbo post alluvione: «Dobbiamo capire se e quando riaprire»
di Sabrina Marinelli
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Sabato 12 Novembre 2022, 03:05 - Ultimo aggiornamento: 16:26

SENIGALLIA- C’è anche il Caffè Italia tra le attività che, a quasi due mesi dall’alluvione, sono ancora chiuse in attesa di capire se e quando riaprire. Lo storico Bar Italia, presente da circa un secolo in via Manni tra il Foro Annonario, i Portici Ercolani e piazza Simoncelli, dal 2016 è diventato Caffè Italia ed è stato completamente ristrutturato. Dell’elegante salotto, punto di ritrovo del centro storico, l’alluvione però non ha lasciato nulla. Tutto è andato distrutto. «Siamo fermi in attesa di capire se e quando riaprire – spiega la famiglia Curatolo, titolare dell’attività – non si è salvato nulla, abbiamo dovuto buttare via tutto. Aiuti economici non ne abbiamo ricevuti e anche investire, con la prospettiva di ripartire, riacquistando tutto, senza la certezza di essere al sicuro, è un passo importante da compiere».

I timori

È lo stesso, identico discorso che in tanti hanno fatto perché il rischio è che gli imprenditori investano altri soldi per ritrovarsi danneggiati un’altra volta.

Del resto Senigallia ha subito due devastanti alluvioni in soli otto anni. È ancora chiuso anche il vicino Out Of, il cocktail bar di piazza Simoncelli devastato dal fango. Non va meglio in via Carducci, dove sia il re del gelato Paolo Brunelli che lo chef Michele Gilebbi si sono presi alcuni mesi perché tanti sono i lavori da fare per rimettere in piedi le attività. La Cioccolateria Gelateria Paolo Brunelli non aprirà prima della prossima primavera mentre Nanà piccolo Bistrò non prima di Natale, ma nessuno ha una data certa. Sono solo ipotesi. È proprio questo il punto. Non ci sono certezze.

«Ricominciare - proseguono i titolari del Caffè Italia - con l’incubo che possa accadere ancora, non è facile. Vorremmo avere delle garanzie, essere certi di poter essere al sicuro e avere anche un aiuto economico, che finora non c’è stato, per poter ripartire da zero». Molti danno la colpa al nuovo Ponte Angeli dell’8 dicembre 2018 che ha allagato via Manni, i Portici e via Carducci facendo da diga quando è arrivata la piena del Misa la sera del 15 settembre. Il timore è che possa accadere di nuovo. Senigallia rischia così di perdere locali storici. Girando tra il centro storico e il rione Porto si vedono anche negozi ancora fermi. A quasi due mesi dalla calamità in molti si stanno chiedendo se valga davvero la pena ricominciare.

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