ANCONA - Una coltre di fumo denso e nerastro che si alza dalla ciminiera della nave e si propaga come una macchia per il porto, arrivando a ridosso della abitazioni e degli esercizi commerciali del centro. È l’immagine, non proprio da cartolina, che quest’estate si è impressa a cadenza regolare nel cielo dorico. Un’immagine, con via via protagoniste navi di diversa stazza, che inevitabilmente ha innescato (di nuovo) una riflessione sul rapporto tra scalo e città, pieno di vantaggi, ma anche di inevitabili disagi.
Le richieste
Lo sanno bene i membri del comitato porto-città di Ancona che da tempo chiedono di arginare il rischio inquinamento prodotto all’interno del più grande bacino commerciale-turistico del capoluogo dorico.
Le proposte
Le proposte del comitato: «Sono da mesi che invochiamo la necessità di incentivare i controlli per verificare che le navi utilizzino combustibili a basso tenore di zolfo quando arrivano e attraccano al porto. Alla compagnia marittima viene a costare di più, ma così si possono salvare delle vite». Stando ai parametri dell’Organizzazione Marittima Internazionale, i combustibili devono avere un contenuto massimo di zolfo dello 0,10% all’ormeggio e dello 0,50% in navigazione. Nei primi sette mesi del 2022 sono stati 38 i controlli della Capitaneria di Porto, zero le sanzioni elevate. «Le verifiche sono documentali e basate sulle analisi dei prelievi del combustibile, andrebbero estese anche sulle ciminiere». C’è poi la questione aperta del progetto del banchinamento del molo Clementino. «Non diciamo “no” alla crociere tout court, diciamo “no” alle crociere al molo Clementino. Verremmo privati di una parte di porto antico che sentiamo nostra per vedere traffico e mega navi attraccare a ridosso di due beni storici come l’Arco Clementino e l’Arco di Traiano. Non una bella immagine, anche perchè il progetto porterebbe allo stravolgimento del porto».