ANCONA Ancora Montacuto nel mirino. Stavolta la denuncia arriva direttamente dalle celle della casa circondariale. «È scoppiato un caso di tubercolosi e sono tutti nel panico» si legge in una email recapitata al nostro giornale nella giornata di ieri. Poche righe scritte dalla figlia di un detenuto, corredate però da due pagine in stampatello e firmate «a nome dei detenuti di Montacuto». Due fogli a righe, scritti con la penna blu ed a tratti evidenziati in verde per rimarcare i concetti più importanti. A partire proprio dal caso di tubercolosi accertato.
La preoccupazione
A partire dal caso di tubercolosi, confermato ieri dai sanitari del Dipartimento di Prevenzione dell’Ast, il detenuto straniero si trova ricoverato da venerdì presso l’ospedale di Torrette.
Il pericolo
I progressi scientifici hanno permesso di abbassare drasticamente la mortalità della malattia - siamo sotto il 5% - ma è altrettanto vero che restano elevate le possibilità di trasmissione tra persone che vivono strettamente a contatto. Stando alle informazioni diffuse dall’Istituto Superiore di Sanità e dall’European Centre for Disease Prevention and Control, sono stati 2.480 i casi di tubercolosi segnalati in Italia nel 2021. Altro dato interessante, ed in linea coi fatti di Montacuto, è la diffusione di tale malattia nella popolazione. Scrive l’Iss che «il 57,9% dei casi si è verificato in persone di origine straniera».
I dati
L’Italia non fornisce dati disaggregati sulla tubercolosi nei carceri ma secondo l’Ecdc, «i detenuti hanno un rischio relativo (di contrarre la malattia, ndr) di 8,9 volte superiore al resto della popolazione generale». Ma il rischio tubercolosi è solo l’ultimo scossone che ha investito Montacuto. Il 2024 è cominciato nel peggiore dei modi col suicidio del 25enne Matteo Concetti, recluso in una cella di isolamento. La seconda vittima pochi giorni dopo: un tossicodipendente algerino di 41 anni morto nel sonno. Un vero e proprio anno nero.