LORETO «Cara Delegazione, per 30 denari?». Con queste parole il Comitato No Antenna Montorso ha manifestato ieri alla Delegazione Pontificia la delusione di saperla coinvolta nell’operazione che ha portato all’installazione dell’impianto di telefonia mobile all’ingresso della piana lauretana teatro delle visite papali.
«Lo striscione, tenuto dalle mani di alcuni bambini di famiglie residenti, evoca il famoso tradimento di Giuda - spiega la referente Cristiana Matassini -,così si sentono gli abitanti di Montorso da quella mattina del 18 febbraio: traditi.
L’amministrazione comunale, alle prese con un piano antenne varato nel 2001 da Pieroni e mai più aggiornato, ha ottenuto la sospensiva dei lavori per 45 giorni per riesaminare la pratica. Poche sembrano le speranze di trovare errori procedurali nella documentazione presentata dalla società francese e vagliata dallo sportello unico alle attività produttive del Comune. I residenti si appellano all’ente religioso, proprietario del terreno, affinché torni suoi passi rinegoziando la trattativa-
«Con l’istallazione dell’impianto sotto le nostre finestre - dicono i residenti - abbiamo scoperto il valore di quei 30 denari: poco meno di diecimila euro. Tanto è bastato alla Delegazione per buttare alle ortiche quella tradizione cristiana che, nelle parole di Papa Francesco “non ha mai riconosciuto come assoluto o intoccabile il diritto alla proprietà privata, ed ha messo in risalto la funzione sociale di qualunque forma di proprietà privata”. Magari hanno creduto che lasciando installare un’antenna di 32 metri, con 12 ripetitori che attraversano case, famiglie, vite e “carezze di Dio”, stavano facendo qualcosa come il “bene comune” auspicato dal Santo Padre».
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