«Mi dai una sigaretta?». E giù botte. Due ragazzi pestati dalla baby gang a Jesi

Sette stranieri volevano soldi e colpivano anche con bottiglie

«Mi dai una sigaretta?». E giù botte. Due ragazzi pestati dalla baby gang a Jesi
«Mi dai una sigaretta?». E giù botte. Due ragazzi pestati dalla baby gang a Jesi
di Nicoletta Paciarotti
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Sabato 30 Marzo 2024, 01:25 - Ultimo aggiornamento: 11:48
JESI «Mi dai una sigaretta?». E giù botte per la rapina. Le vittime sono due ragazzi di 21 anni, finiti al pronto soccorso uno con una microfrattura allo zigomo, l’altro con un trauma cranico. È il finale, bruttissimo, dell’ennesimo episodio di violenza avvenuto ai giardini pubblici di Jesi e segnalato dai genitori di uno dei due ragazzi. «Siamo stanchi e arrabbiati – si sfogano – chiediamo per i nostri figli una città più sicura».  


Il terrore 


La violenza si è consumata ieri notte, intorno all’una. I due ragazzi, entrambi jesini, avevano appuntamento ai giardini pubblici con due amiche, minorenni, per un tranquillo giovedì sera da trascorrere in compagnia. Una volta arrivati al parco, sono stati raggiunti da un gruppo di sette giovani, tutti di origine straniera e con fare aggressivo. «Prima hanno chiesto loro una sigaretta, ottenendola – racconta il padre di una delle vittime – poi hanno iniziato ad infastidirli, cercando di sottrarre il resto dal pacchetto. Allora mio figlio e il compagno, impauriti, hanno cercato di dileguarsi, ma sono stati accerchiati». A quel punto è iniziato lo scontro. «Hanno iniziato a frugare nelle loro tasche in cerca di soldi, poi a colpirli con calci e pugni. Alcuni di loro avevano in mano bottiglie di birra e colpivano con quelle». 


Nel pomeriggio di ieri la denuncia ai carabinieri. «Erano in sette – continua il papà- non erano a volto coperto. Mio figlio mi ha detto di aver visto in faccia due di loro e di essere riuscito a riconoscerli».

Le due ragazzine, sotto choc, sono riuscite a chiamare i Carabinieri, ma nel frattempo la baby gang si era già dileguata, scappando in direzione dell’Arco Clementino. Per i due giovani è scattata la corsa all’ospedale, entrambi con lividi e ferite. Uno ha riportato una microfrattura allo zigomo e un dente scheggiato, l’altro un piccolo trauma cranico per cui è stato disposto l’uso del collarino. «Mia figlia è tornata a casa in lacrime. Eravamo scioccati. Non è più possibile che questo accada, siamo stanchi ed arrabbiati. Quello che noi genitori chiediamo è che il sindaco, responsabile della sicurezza della città, faccia qualcosa per bloccare quest’escalation di violenza. Insistiamo affinché venga incrementato il sistema di videosorveglianza nei luoghi pubblici», dà fiato alla rabbia il padre di una delle giovani presenti all’aggressione. Continua: «Episodi come questi sono ormai all’ordine del giorno. Di recente è toccato ad un anziano, finito a terra mentre tentavano di rubargli il portafoglio. Stessa sorte per le giovani, infastidite di continuo nel tentativo di estorcere loro i soldi che custodiscono nelle cover del cellulare». 


L’emergenza 


Quello delle baby gang è un fenomeno in continua espansione, purtroppo anche a Jesi. E i genitori si sentono nel mirino: «L’escalation di episodi di violenza ed atti vandalici, come quelli ripetutisi nelle ultime settimane allo Chalet lo Sbarello, sono preoccupanti. Chiediamo per i nostri figli una città più sicura, che non debbano più uscire di casa con la paura. Siamo esasperati».
 

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