Jesi, il lascito del benefattore burlone Luigi Amici: fontana entro un anno o addio eredità

Jesi, il lascito del benefattore burlone Luigi Amici: fontana entro un anno o addio eredità
Jesi, il lascito del benefattore burlone Luigi Amici: fontana entro un anno o addio eredità
di Fabrizio Romagnoli
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Mercoledì 12 Agosto 2020, 11:09

JESI - La fontana con obelisco di nuovo in Piazza della Repubblica entro un anno, anzi meno, e con tanto d’acqua regolarmente zampillante dalle bocche dei leoni opera di Luigi Amici, sul monumento firmato da Raffaele Grilli. L’estremo sogno di chi, 97enne, continuava a vedere Jesi con gli occhi del bambino che era stato. Ma anche l’ultimo, geniale, schizzo da umorista di chi, per una vita, aveva fatto sorridere buona parte d’Italia con le sue vignette. 

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Tempi stretti e estremamente vincolanti quelli ai quali Cassio Morosetti, jesino illustre scomparso a Milano nel marzo scorso, ha legato il lascito testamentario di due milioni di euro al Comune di Jesi. Con un obiettivo che non aveva mai nascosto. «Nel suo testamento, Morosetti è stato molto chiaro - spiega il sindaco Massimo Bacci - il lascito di due milioni è legato al fatto che, entro un anno, a partire dalla registrazione del documento effettuata lo scorso 22 luglio, la fontana con obelisco sia di nuovo in Piazza della Repubblica, allacciata all’acquedotto e con l’impianto idraulico in funzione. Altrimenti, alla scadenza i due milioni andranno a tre realtà benefiche e di assistenza, una delle quali del territorio».
 
Sarebbero, queste ultime, in parti eguali Caritas, Pane Quotidiano di Milano e Lega del Filo d’Oro. 
Il chiodo fisso
«D’altro canto - rammenta Bacci - la questione era un suo chiodo fisso. Ricordo che quando, in occasione del suo primo lascito di 800mila euro, riuscimmo a convincerlo a destinarlo alla realizzazione di un nuovo Centro per l’Alzheimer, quasi mi rimproverò bonariamente. “Non mi darò per vinto” mi disse». E l’aveva ben fatto capire, Morosetti, quando, collegato col Consiglio per riceverne la cittadinanza benemerita, disse testualmente: «Sindaco, torno alla carica: non sarò contento finché non riporterete al suo posto quell’accidente di fontana. Sono pronto a destinare a questo scopo una somma molto grossa. Non sarò soddisfatto finché non vedrò per la prima volta zampillare l’acqua dalla bocca del leone della fontana in piazza della Repubblica». Lo ha lasciato scritto nel testamento. Anche se la ristrettezza dei termini, di qui al 22 luglio 2021, rende Bacci abbastanza scettico sul fatto che si possa, effettivamente, riuscire in tempo. «Intanto - dice Bacci - c’è un progetto di rifacimento di Piazza della Repubblica che era già stato approvato dagli organi competenti e che andrebbe rivisto e modificato. E poi bisognerebbe di nuovo passare per tutto l’iter delle autorizzazioni, a partire da quelle della Soprintendenza. Quindi, esauriti quelli di progettazione, i tempi per l’appalto, comprensivi del rifacimento anche dei sottoservizi della Piazza, a partire proprio dall’acquedotto». Insomma, per chi conosce i tempi di burocrazia e appalti, è da visionari pensare che fra meno di un anno l’acqua sgorghi al centro di Piazza della Repubblica, dove fontana e obelisco - opere del 1844-45 - si trovavano fino al 1949, davanti al ristorante del padre di Morosetti e luogo dei giochi del piccolo Cassio. «Credo sia comunque necessario provare a discuterne, valutare l’opportunità e aprire un confronto» dice Bacci. 

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