Fileni, allevamento ok per l'ambiente. E ci sono tutte le autorizzazioni per l'impianto di Monte Roberto

Il magazzino automatizzato dello stabilimento di Cingoli
Il magazzino automatizzato dello stabilimento di Cingoli
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Lunedì 11 Luglio 2022, 11:13 - Ultimo aggiornamento: 12 Luglio, 08:57

JESI - In un momento storico in cui i consumatori si dimostrano sempre più attenti a quello che scelgono di mettere nel carrello della spesa, in cui qualità deve andare di pari passo con sostenibilità, la scelta soprattutto della carne bianca diventa complessa. Nel mare magnum di dubbi, esistono però aziende virtuose come il Gruppo Fileni che ha fatto della sostenibilità e del rispetto parte integrante della sua mission.

È leader italiano ed europeo nelle proteine biologiche, con 60 anni di storia alle spalle, terzo produttore avicolo in Italia e una fortissima attenzione alle produzioni biologiche ma sempre partendo dal benessere degli animali allevati. Ogni allevamento, però, si sa, deve fare i conti con le problematiche di convivenza con i territori in cui sorge. Proprio su questo, recentemente, il Consiglio di Stato si è espresso negativamente su un allevamento Fileni a Monte Roberto. «L’impianto di Monte Roberto è un centro convenzionale, entrato in funzione a giugno 2021 - spiega Roberta Fileni, vicepresidente del Gruppo insieme al fratello Massimo - come tutte le nuove strutture realizzate da Fileni, è un allevamento concepito e progettato per rispondere (e talvolta superare) a tutte le esigenze relative al benessere animale e alla sostenibilità ambientale. Come da prassi, la struttura ha regolarmente ottenuto dagli enti preposti tutte le autorizzazioni necessarie alla sua costruzione e al suo funzionamento».  «Nei mesi scorsi - continua Fileni - è stato presentato un ricorso contro la nostra struttura al Tar, il Tribunale Amministrativo Regionale e, successivamente, al Consiglio di Stato chiedendo l’annullamento delle autorizzazioni per una serie di motivi fra cui soprattutto l’impatto ambientale, la salubrità, l’impatto paesaggistico, e alcune irregolarità di carattere urbanistico.

Recentemente, il Consiglio di Stato si è espresso rigettando in toto le critiche relative alla insalubrità dell’allevamento ma accogliendo quelle relative alle autorizzazioni urbanistiche». Questo passaggio è cruciale per la comprensione di quanto sta accadendo: l’allevamento in questione - come tutti gli allevamenti Fileni - è assolutamente in regola sotto il profilo ambientale, paesaggistico e della tutela del benessere animale. A essere messi in discussione sono aspetti burocratici. «Aspetti che non dipendono da Fileni - precisa la vice presidente - e non toccano il modello di allevamento in quanto tale, ma questioni tecniche già precedentemente autorizzate dagli enti preposti che avevano concesso le autorizzazioni. La sentenza infatti, interviene su aspetti urbanistici, che secondo il Consiglio di Stato avrebbero dovuto richiedere una modifica preventiva al Piano Territoriale di Coordinamento, nonostante le approvazioni rilasciate, le verifiche richieste e i giudizi emessi sino ad ora avessero pienamente confermato la legittimità dell’impianto anche su questo aspetto».  Un nodo da sciogliere che crea comunque problemi. «Fileni si è immediatamente messa a disposizione di tutti gli enti coinvolti, con i quali è in corso un dialogo costruttivo con un obiettivo tanto semplice quanto preciso: poter continuare l’attività di allevamento a Monte Roberto - conclude Roberta Fileni - rispettando al contempo tutte le prescrizioni contenute nella sentenza del Consiglio di Stato». 

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