ANCONA - Erano attesi e sono arrivati cercando di aggirare la calca che si era creata fuori dal tribunale di Ancona. Fedez e Sfera Ebbasta, chiamati a testimoniare sulla strage della Lanterna Azzurra, questa volta si sono presentati nel capoluogo.

Fedez per primo, poi Sfera. Le testimonianze
Fedez, per primo, con largo anticipo, si è materializzato nel centro di Ancona utilizzando un van con i vetri scuri per poi varcare un ingresso secondario. Sfera Ebbasta è arrivato poco dopo le 11: il tempo di uscire da un altro van (questa volta ripreso da fotografi e telecamere) dopo aver sbagliato strada e poi, velocemente, senza fermarsi è entrato subito nel palazzo coperto da una felpa viola insieme al suo manager Shablo (Pablo Miguel Lombroni Capalbo). Fedez aveva già preso posto in aula. Queste le sue prime parole: «Se vendo un dj set a 20-30 mila a un locale con una capienza di 500 persone chi sta gestendo la data è consapevole che il proprietario del locale deve riempire il locale a tappo. È mera logica. Certo di solito il manager si informa su quanti biglietti sono stati venduti per uno spettacolo...» ha detto Fedez rispondendo a una domanda dei pm Paolo Gubinelli, Valentina Bavai e dei legali di difesa e parte civile. Fedez era stato chiamato a rispondere sulle condizioni del locale dove si era esibito due volte in dj-set: nel 2015 (486 biglietti venduti) e 2016 (586 biglietti). «Non ho ricordi particolari della serata - ha chiuso - quindi credo sia andata bene».
«In altre occasioni era capitato che durante altri show in dj-set venisse spruzzato spray urticante e in un'occasione era stato sgomberato il locale e interrotto il concerto per poi riprendere dopo 20 minuti, senza che nessuno rimanesse ferito». Questa la testimonianza di Sfera Ebbasta, al secolo Gionata Boschetti. Sfera ha raccontato che, insieme allo staff con diversi van, erano arrivati a un chilometro dal locale quando vennero informati dei problemi che c'erano stati: il manager andò a piedi fino alla discoteca e seppe della tragedia, poi tornarono in albergo. Il trapper ha parlato di quel periodo in cui, grazie al disco Rockstar, «più venduto in Italia nel 2018», stava ottenendo molto successo e nel quale tutti gli show erano sempre sold-out.
«Mi era capitato altre due o tre volte lo spray al peperoncino agli show ma non mi ricordo in quali locali -ha detto- Una volta, non mi ricordo dove, dovemmo sgomberare la sala e poi lo show è ripreso dopo mezz'ora».
La proposta del papà
«Sarebbe bello, un bel pensiero se Sfera Ebbasta e Fedez si unissero tra di loro per organizzare una serata e poi, soprattutto, dall'incasso devolvere una parte per quanto accaduto magari per l'acquisto di due ambulanze». L'appello, a margine del processo 'bis' ad Ancona per la strage nella discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo, arriva da Giuseppe Orlandi, papà di Mattia, una delle giovani vittime della tragedia avvenuta tra il 7 e l'8 dicembre del 2018, quando cinque adolescenti e una mamma 39enne, rimasero uccisi nel fuggi fuggi dal locale in cui era stata spruzzata una sostanza urticante.
Fedez ad Ancona
Due date nel locale di Corinaldo
Il cantante ha effettuato due date nel locale di Corinaldo ma - secondo quanto ha riferito - ha detto di ricordarsi poco o nulla di quelle serate. Fedez è entrato in aula alle 10.48 (per poi lasciare il tribunale alle 11.45): prima di testimoniare ha fatto una foto in un'aula riservata (quella dei testimoni) con alcuni parenti delle vittime, tra cui le figlie di Eleonora Girolimini, la mamma morta nella strage.
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