SIROLO Resti di grigliate, bivacchi e fuochi accesi sulla spiaggia. Cambia la stagione ma il copione si ripete: l’arenile cosparso di tizzoni ancora caldi dalla notte precedente. Nonostante i veti imposti a tutela dell’ambiente ed il rischio di innescare un incendio che, complice il vento, facilmente si estenderebbe al bosco sovrastante. Il giorno dopo Ferragosto si contano i cerchi dei falò nelle calette cartolina che costeggiano il Parco regionale del Conero, dove in molti si sono dati appuntamento per festeggiare fino all’alba. In rete circola anche la foto scattata da un residente in spiaggia Urbani: il bagliore delle fiamme illumina la baia a mezzaluna riflettendosi sul mare. Un’immagine davvero suggestiva che tuttavia non può che far rabbrividire al pensiero delle possibili conseguenze.
Il precedente
Accendere fuochi in quel punto significa mettere a rischio l’intera macchia mediterranea, come successo sei anni fa proprio alla vigilia di Ferragosto, quando un grosso incendio - probabilmente innescato da un barbecue - ha divorato due ettari di pineta sopra la spiaggia si San Michele, trasformando quel piccolo paradiso in un pezzo d’inferno. «Non è un quadro del Goya, del Caravaggio, ma è un bello scatto di Sandro Mengarelli che ha praticamente colto il momento in cui alcuni incoscienti hanno acceso il fuoco alle 4-5 di notte.
La normativa
Le normative parlano chiaro e sempre più Comuni scelgono di disporre sanzioni per prevenire incendi e abbandono di rifiuti. A Sirolo, assieme al divieto di campeggiare, vige anche quello di fumare sull’arenile. Oltre alle sanzioni amministrative, se dal falò scaturisce un incendio si rischiano conseguenze penali. Nel caso venga messa in pericolo l’incolumità pubblica può infatti scattare il reato di incendio con la reclusione da 3 a 7 anni.
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