Falconara, soluzione salina al posto dei vaccini Covid. Beffati in 56, medico verso il processo

Falconara, soluzione salina al posto dei vaccini. Beffati in 56, medico verso il processo
Falconara, soluzione salina al posto dei vaccini. Beffati in 56, medico verso il processo
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Giovedì 10 Agosto 2023, 04:05 - Ultimo aggiornamento: 12 Agosto, 07:59

FALCONARA Peculato, falso e interruzione di pubblico servizio. Sono le pesanti contestazioni da cui dovrà difendersi Sergio Costantini, il medico falconarese finito nella primavera del 2021 al centro delle indagini della Squadra Mobile. L’accusa di base mossa al camice bianco: aver iniettato ad alcuni pazienti la soluzione fisiologica al posto del vaccino anti Covid. Dopo la richiesta di rinvio a giudizio inoltrata dalla procura, è stata fissata l’udienza preliminare: si terrà il 9 novembre davanti al gup Alberto Pallucchini. 


Le opzioni

In quell’occasione, la difesa - rappresentata dagli avvocati Francesca Petruzzo e Antonella Palmieri - potrà decidere se scegliere la strada del dibattimento, in caso di rinvio a giudizio, oppure optare per riti alternativi. Sono 56, in tutto, i pazienti a cui sarebbe stato fatto credere nell’inoculazione del vaccino anti Covid. Alcuni di loro, che avevano denunciato il bluff sospettando che il protocollo non fosse stato rispettato, sono pronti a costituirsi parte civile. Tra gli altri, sono assisti dai legali Laura Versace, Bernardo Becci e Andrea Nobili.
I fatti contestati dal pm Valentina Bavai prendono in esame un lasso di tempo abbastanza ridotto e compreso tra il 30 marzo e il 12 aprile del 2021, quando la campagna vaccinale era da poco iniziata per tutelare le categorie fragili. 

La denuncia

Per quanto riguarda l’accusa di falso in atto pubblico, in almeno sei occasioni il 69enne avrebbe rilasciato fasulle certificazioni relative alla somministrazione del vaccino.

In quest’ultimo caso, risulta come vittima anche una coppia di coniugi. Stando a quanto emerso, moglie e marito credevano di essersi vaccinati il 30 marzo nello studio del medico. In realtà, per la procura, il dottore sarebbe venuto in possesso della fiala vaccinale (Pfizer, sei dosi in una boccetta) solamente il 6 aprile. Ad insospettire la coppia era stato il ritardo del medico nel fornire il documento per attestare l’avvenuta inoculazione della prima dose. Le ombre sull’operato del medico avevano portato i coniugi a rivolgersi alla questura. L’accusa di peculato è stata contestata perché, per la procura, una dose di vaccino (quello vero) sarebbe stata destinata a un paziente che non rientrava nella categoria dei soggetti fragili. Infine, il reato di interruzione di pubblico servizio è stato ipotizzato in quanto il medico (ormai andato in pensione) avrebbe turbato «la regolarità della campagna vaccinale», dando un gran daffare all’Asur per cercare di distinguere i pazienti vaccinati per davvero e quelli potenzialmente non immuni a causa del bluff contestato dalla procura. 

I provvedimenti

A seguito dell’esplosione dell’indagine, l’Ordine dei Medici aveva sospeso per sei mesi Costantini, poi andato in pensione. «Sapevo che all’interno non c’era il vaccino anti Covid, ma mi sono trovato di fronte a mutuati molto ansiosi e pressanti che mi telefonavano continuamente per sapere se le dosi fossero finalmente arrivate. Quando ne sono entrato in possesso, ne avevo solo sei a disposizione. Le ho inoculate in una giornata, poi sono finite» le parole del medico prima della chiusura delle indagini.

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