Whirlpool-Arcelik, via alla società: «Urge un incontro con il Ministero»

Dopo il via libera dell’Antitrust i metalmeccanici incalzano l’Esecutivo per le garanzie sull’occupazione

Whirlpool-Arcelik, via alla società: «Urge un incontro con il Ministero»
Whirlpool-Arcelik, via alla società: «Urge un incontro con il Ministero»
di Aminto Camilli
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Sabato 9 Marzo 2024, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 11:38

FABRIANO - «Ora più che mai urge la convocazione di un tavolo apposito da parte del Governo». Il perfezionamento dell’accordo che Whirlpool ha siglato con Arçelik per la creazione di una nuova realtà industriale europea di grandi elettrodomestici (il placet dell’Antitrust del Regno Unito è arrivato, per cui già il 2 aprile nascerà ufficialmente la società Beko Europe, che vedrà i turchi in posizione preminente con il 75% delle quote, mentre gli americani avranno il restante 25%) spinge le organizzazioni sindacali dei metalmeccanici a rinnovare l’appello all’Esecutivo nazionale, affinchè organizzi un incontro per affrontare un argomento che sta generando non poca apprensione nel Fabrianese, dove sono circa 1.100 i dipendenti Whirlpool tra gli addetti dello stabilimento di Melano e i colletti bianchi della sede centrale di via Aristide Merloni.

La fibrillazione

Le segreterie nazionali di Fim, Fiom e Uilm si stanno muovendo in tal senso, ma è chiaro che pure i sindacati territoriali sono in fermento, perché conoscono bene la situazione delicata dei siti produttivi. «Quando si verifica un’operazione come quella che stanno portando avanti Whirlpool e Arçelik – spiega Giampiero Santoni (Cisl) – si generano aspettative, ma anche preoccupazioni. E a creare ulteriore ansia è la fase oltremodo difficile che sta attraversando il mercato dell’elettrodomestico, che si ripercuote sull’attività delle fabbriche.

Lo stabilimento di Melano sta lavorando a metà del proprio potenziale. Ogni mese, gli operai sono impegnati tutti per 10-12 giorni, il resto è cassa integrazione. Nessuna meraviglia, perché il contesto è quello che è, ma adesso vogliamo capire gli intenti del ministero delle Imprese e del Made in Italy».

E’ su questo che insiste Pierpaolo Pullini (Fiom). «Con il via libera definitivo dell’Antitrust britannico – osserva Pullini – non ci sono più alibi. Il Governo deve convocare prima possibile un tavolo. L’avevamo chiesto al Mimit lo scorso novembre e ora torniamo a sollecitarlo, pur convinti che esso andava fatto prima. E’ giunto il momento di avere chiarezza riguardo al piano industriale della nuova società. Il 22 febbraio, al tavolo sull’elettrodomestico, il Governo si è impegnato a convocare le parti non appena fosse giunto l’ok definitivo. Ebbene, ora si deve agire per mettere in sicurezza tutti i plant produttivi e le sedi centrali, garantendo la centralità dell’Italia e del territorio fabrianese nelle strategie del nuovo grande player».

Isabella Gentilucci (Uil) sottolinea che «sarà importante capire il contenuto del progetto industriale della nuova società, ma intanto vogliamo un incontro con il Governo, a cui chiediamo di vigilare a garanzia dei siti italiani e dei posti di lavoro».

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