ANCONA - Scampato pericolo per ristoranti e bar. Possono proseguire con il servizio in presenza fino alle 18 anche durante il fine settimana. Con la zona gialla rafforzata l’unico limite riguarda lo spostamento da e per la provincia di Ancona. Quindi non un grosso problema, almeno per gli esercizi in città che tirano un sospiro di sollievo.
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Ma gli entusiasmi vengono presto strozzati dall’andamento dei contagi che preoccupa ristoratori e clienti.
In effetti, più che scampato, è stato solo schivato il pericolo zona rossa. O almeno rinviato, per adesso. Perché i casi di contagi da varianti del Covid cominciano a marciare forte anche da queste parti. E da una zona gialla rafforzata alla retrocessione ad arancione, se non addirittura rossa, è un passo molto breve. «L’importante è che ci facciano lavorare - dice Antonio Ambrosio del ristorante Il Giardino - sentendo alcuni colleghi siamo tutti presi da uno sconforto generale. Siamo veramente massacrati. Sogniamo di poterci lasciare quanto prima alle spalle questo momento orribile». Lavorare a singhiozzo è uno stillicidio. E a preoccupare di più la categoria è la totale mancanza di prospettive. «La paura della zona arancione c’è - dice Luciano Perticaroli, titolare della Trattoria Ulderico - chissà quando potremo tornare a lavorare la sera. Si va avanti di giorno in giorno facendo il meglio che si può». E l’approccio degli esercenti è ormai diventato quello dei soldati in trincea.
«Questo non è lavorare - dice Stefania Tontarelli, titolare del Mixer Bar - è resistere. Ormai il problema non è neanche più riaprire la sera, ma definire una linea comportamentale chiara e definitiva. E’ un anno che viviamo in una situazione di incertezza totale. Le istituzioni dovrebbero delineare una via. E invece niente». Le notizie che circolano in merito alla diffusione delle varianti del virus nell’anconetano sono poco rassicuranti. E se da una parte preme la voglia di concedersi un pranzo al ristorante, dall’altra il timore di correre rischi tiene lontani i clienti dai locali al chiuso.
«Onestamente devio dire che dalla scorsa settimana abbiamo visto un calo di almeno il 10% - dice Ambrosio - siamo tornati a lavorare molto con l’asporto. Domenica scorsa, sarà stato forse il freddo, ma ho notato un aumento delle ordinazioni takeaway e una diminuzione dei servizi al tavolo, soprattutto durante la settimana». L’altalena tra servizio in presenza e richieste di asporto torna ad oscillare ampiamente. «I clienti vogliono essere sicuri che nei ristoranti tutto sia ben controllato e nel pieno rispetto delle regole - continua Perticaroli - la paura c’è per tutti. E molti tornano a chiedere l’asporto. Purtroppo dobbiamo adeguarci a tutto». «Oltre alla paura c’è anche molta confusione - replica Stefania Tontarelli - e la confusione genera caos, come le vie del centro piene».