Ancona, lockdown scongiurato. Il sindaco: «Non serve l'esercito, basta applicare il buon senso»

Il sindaco Valeria Mancinelli
Il sindaco Valeria Mancinelli
di Stefano Rispoli
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Mercoledì 17 Febbraio 2021, 02:25 - Ultimo aggiornamento: 8 Marzo, 18:10

ANCONA - Blindare la città? Anche no. «Non serve l’esercito, bisogna applicare il buon senso», ricorda Valeria Mancinelli. Che, scongiurato il pericolo rosso e pure arancione, rinnova l’invito ai concittadini a non abbassare la guardia. «Evitate il più possibile le occasioni di contatto con gli altri, fate maggiore attenzione per voi, per le vostre famiglie e per tutta la comunità. Teniamo duro» esorta, declinando i suoi famigerati “scoppoloni” della prima ondata pandemica in un accorato appello: «Al di là delle decisioni prese dalle autorità preposte, resta sempre valido l’elemento di fondo, che è il buonsenso: va applicato tutti i giorni, rinunciando ai contatti e alle occasioni di incontro evitabili. Non c’è bisogno che intervenga l’esercito a impedirli: è necessario essere tutti più responsabili». 


Ancona se l’è vista e se la sta ancora vedendo brutta per via dell’impennata di contagi.

Per il momento è passata la linea soft del governatore Acquaroli: niente zone rosse a macchia di leopardo, piuttosto un’unica area gialla rafforzata con divieto di entrata e uscita dal territorio provinciale senza una valida giustificazione. «È una misura che l’Istituto Superiore della Sanità ha di fatto suggerito alla Regione, con cui ci siamo confrontati. Il presidente ha dunque adottato la relativa ordinanza. I dati dicono che nella nostra provincia il virus sta viaggiando più speditamente che in altre parti e occorre adottare misure per limitarne la diffusione». 


Ma non si arriverà, almeno per ora, ad ulteriori limitazioni. Il governatore Acquaroli ha spiegato che è competenza dei sindaci chiudere i confini cittadini in caso di necessità. Mancinelli chiarisce: «Non è il Comune a poter disporre la chiusura dei negozi o a decretare un lockdown. Non solo non lo può fare in termini di poteri, ma la stessa valutazione tecnico-scientifica ed epidemiologica per capire se sia più opportuna una misura piuttosto che un’altra spetta all’autorità sanitaria nazionale e regionale, in riferimento all’intera provincia o a singole parti del territorio». Semmai, un sindaco «ha facoltà di chiudere luoghi pubblici come piazze e parchi», ma è un’ipotesi non contemplata nel capoluogo, almeno per il momento, anche se in determinati giorni e fasce orarie gli affollamenti sono frequenti, come in corso Garibaldi durante il classico struscio. 


Niente misure estreme, dunque. Piuttosto, si guarda con attenzione alla campagna di vaccinazione che prenderà il via sabato nel centro sportivo Paolinelli di via Schiavoni, alla Baraccola. Procedono i lavori per l’allestimento della tensostruttura dove le dosi anti-Covid verranno iniettate agli over 80. Ma già si pensa al futuro. «Per ora si va avanti con l’organizzazione prestabilita - spiega Mancinelli - ma stiamo aspettando ulteriori incontri operativi per riflettere sugli aspetti logistici in vista della seconda e più ampia fase della vaccinazione che riguarderà personale scolastico e forze dell’ordine: con l’Asur si valuterà l’opportunità di individuare un’altra location». 


Poi c’è l’aspetto del commercio, sempre più in crisi. «Abbiamo adottato provvedimenti sostanziosi, come l’abbattimento della Tari, per sostenere le imprese - spiega Mancinelli -, ora attendiamo indicazioni dal Governo per valutare altre manovre, tenendo conto della capienza economica dei Comuni che non può essere che residuale, vista l’impossibilità di indebitamento. Intanto, per tutto il 2021 abbiamo confermato l’utilizzo del suolo pubblico per i déhors senza il pagamento della Tosap». 

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