Ancona, i commercianti della movida stretti tra le regole e gli assembramenti: «Multati per colpe non nostre»

Ancona, i commercianti della movida stretti tra le regole e gli assembramenti: «Multati per colpe non nostre»
Ancona, i commercianti della movida stretti tra le regole e gli assembramenti: «Multati per colpe non nostre»
di Federica Serfilippi
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Sabato 20 Giugno 2020, 11:36

ANCONA - Movida nell'estate post Covid, scoppia il caso in piazza del papa ad Ancona, con i commercianti stretti tra le limitazioni e gli assembramenti: «Ci sentiamo tra l’incudine e il martello. Da una parte, lavoriamo con la paura di non riuscire a gestire le baby gang e i fiumi di ragazzi che si riversano in piazza senza rispettare le regole».

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«Dall’altra, c’è il rischio di dover pagare sanzioni per i comportamenti scorretti tenuti da alcune persone. A me sono arrivate due multe: non è un problema, si pagano, ma bisognare trovare una soluzione per risolvere una volta per tutte i problemi di piazza del Papa».
È lo sfogo di Stefano Sebastiano, uno dei titolari de La Dama-Cafè Bistrot, locale di via Gramsci con il dehor sul ciottolato del salotto cittadino.
 
Le sanzioni (in totale poco più di 500 euro) di cui parla sono quelle notificate dalla polizia a seguito di alcune riprese effettuate davanti al locale dalla Scientifica: avrebbero immortalato degli assembramenti nei pressi dell’ingresso. «Il problema – afferma Sebastiano – non sono le multe, ma il fatto che si è creata una situazione spiacevole che ci fa lavorare con un’ansia tale da indurci il pensiero che è conveniente tenere aperto solo la mattina. Noi operatori siamo ricorsi alla vigilanza privata, ma non basta. E poi non può occuparsi di ordine pubblico. A quello devono pensare le forze dell’ordine. Servirebbe un presidio fisso tutti i giorni, non solo il venerdì e il sabato, per intervenire nell’immediato e scoraggiare certi comportamenti, sia legati al non rispetto delle regole che al mantenimento della sicurezza. Vorremmo solo lavorare più tranquilli, il nostro morale è a tappeto, anche perché abbiamo fatto di tutto per sistemare il locale con la normativa anti Covid. Come Dama abbiamo scritto una pec al sindaco, diretta per conoscenza anche al prefetto: siamo disposti a instaurare un tavolo di confronto e, se necessario, a chiudere prima il locale».

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