Il gigante piegato: «Io, colpito dal virus ho sfiorato la morte». Cinque giorni con l’ossigeno per Paoloni, consigliere della Croce Gialla

Marco Paoloni - 40 anni, consigliere della Croce Gialla di Ancona
Marco Paoloni - 40 anni, consigliere della Croce Gialla di Ancona
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Domenica 12 Aprile 2020, 07:54 - Ultimo aggiornamento: 14:24

ANCONA  - Dopo un mese è tornato a casa, ma lui Marco Paoloni - 40 anni, consigliere della Croce Gialla di Ancona, responsabile dei servizi di assistenza a manifestazioni sportive e concerti - ha visto da vicino il Covid e ha guardato in faccia la morte. Una Pasqua diversa per questo angelo del soccorso, carica di significato. Una festa che questo gigante dal cuore d’oro potrà passare in casa assieme ai propri cari dopo un mese trascorso in ospedale. «Venerdì 13 marzo ho iniziato ad avere la febbre che andava e veniva, ho pensato ad un semplice malanno di stagione e invece dopo due giorni sono comparsi i primi problemi alla respirazione», racconta. 

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Continua Paoloni: «Mi hanno portato in ospedale dove è stata diagnosticata un principio di polmonite. Lunedì 16 marzo nelle prime ore del pomeriggio nel reparto di malattie infettive mi hanno detto che il tampone fatto la sera prima era risultato positivo al Covid19. Non riuscivo a respirare, sono rimasto attaccato all’ossigeno per cinque giorni. Poi la febbre è sparita e si è regolarizzata la respirazione. Medici e infermieri delle malattie infettive mi hanno sempre dato coraggio anche nei momenti più difficili». A questo punto il trasferimento al quinto piano, in un reparto Covid. «Essendo ancora positivo non potevo uscire dalla stanza per nessun motivo. In camera ero assieme ad un uomo di 46 anni che poi è deceduto nella giornata di lunedì. È stata una esperienza drammatica, con la Croce Gialla in tutti questi anni mi è capitato tante volte di incontrare la morte ma in questo contesto le cose cambiano radicalmente».

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Lo choc 
Il ricordo fa male. «Fino alla serata di sabato abbiamo parlato poi domenica mattina mi ha chiamato con un filo di voce dicendo di avvisare il personale che stava malissimo. Lo hanno sedato, poco alla volta l’ho sentito morire portato via dal virus dall’altra parte del separè». Momenti drammatici che Marco è riuscito a superare grazie all’affetto se pur a distanza di tante persone. «In questo mese oltre alla famiglia mi è stata vicino Grazia la mia fidanzata, i colleghi di lavori, gli amici della Croce Gialla, quelli del volley e tutte le persone che mi conoscono. Ognuno mi ha dato la forza per andare avanti. Dopo un mese passato in ospedale ora sono negativo al test cosa che mi ha permesso di essere dimesso anche se dovrò rispettare a scopo precauzionale una quarantena domiciliare di 2 settimane.

Passata questa scadenza poco alla volta tornerò a fare servizio in Croce Gialla senza alcun timore». 

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