Caro carburanti, ad Ancona scatta il pugno di ferro. Verifiche e sanzioni della Finanza

Caro carburanti, ad Ancona scatta il pugno di ferro. Verifiche e sanzioni della Finanza
Caro carburanti, ad Ancona scatta il pugno di ferro. Verifiche e sanzioni della Finanza
di Antonio Pio Guerra
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Sabato 28 Gennaio 2023, 03:30 - Ultimo aggiornamento: 29 Gennaio, 14:27

ANCONA - Occhi puntati sui furbetti del distributore. Nel pieno dell’emergenza caro-carburanti, l’attenzione al tema delle truffe alla pompa è massima ed anche la Guardia di Finanza ha intensificato le sue attività di controllo. Come reso noto dal Comando Regionale delle Marche, le Fiamme gialle hanno eseguito un totale di 44 interventi soltanto nelle prime due settimane del 2023, ovvero un terzo di quelli del 2022.

Il dato riflette la politica di contrasto alle speculazioni recentemente introdotta dal Governo guidato da Giorgia Meloni e costata frizioni tra le associazioni di categoria e l’Esecutivo, tacciato di criminalizzare l’intero comparto con provvedimenti dal tono palesemente accusatorio. 

Il resoconto 


Ma il comportamento dei gestori appare tutt’altro che scorretto, specialmente una volta confrontato con quello tenuto nell’anno appena trascorso. A fronte di 44 interventi di verifica, infatti, i finanzieri hanno potuto accertare un totale di 8 violazioni, poco meno di una ogni cinque verifiche. Tutt’altra storia le cifre relative al 2022, che a fronte di 114 controlli raccontano di un totale di 164 illeciti verbalizzati. Praticamente il 150%. Difficile dire con certezza se e cosa sia cambiato per giustificare un simile calo. 
Di sicuro, ad essere stato modificato è l’approccio delle forze dell’ordine, ora impegnate in attività di controllo a tappeto oltre che in verifiche scaturite da segnalazioni e denunce da parte dei consumatori. Ad essere differente, in ogni caso, non è solo il numero di irregolarità ma anche la loro natura. Molte meno le violazioni al Codice del Consumo, che nel 2022 rappresentavano il 70% delle contravvenzioni, e gli illeciti in materia di corretta esposizione dei prezzi praticati alla pompa. 
Come disposto da una legge del 2012, il distributore ha l’obbligo di esporre il costo al litro dei vari carburanti in un certo ordine, partendo dall’alto col gasolio, proseguendo con la benzina e terminando con metano – prima – e GPL – poi.

Dodici erano state le contravvenzioni elevate per il mancato rispetto di queste linee guida nel 2022, ferme a due nei primi giorni del 2023. Come due sono state anche le sanzioni per la mancata esposizione chiara e visibile dalla carreggiata dei prezzi. Vi è poi il fronte dei rapporti col Ministero dello Sviluppo Economico, altro tema al centro del dibattito nelle ultime settimane. E se tanto sta facendo discutere l’obbligo di esporre il prezzo medio regionale accanto a quello praticato dal singolo distributore, già da tempo (era il 2009) i gestori sono obbligati a comunicare con regolarità i propri prezzi ad un apposito osservatorio ministeriale che li aggrega e li rende disponibili gratuitamente sul web. Seppur in misura diversa (17 multe nel 2022, 3 nel 2023), l’omessa comunicazione dei prezzi al Mise rimane tra le violazioni più comuni. In attesa di aver un quadro più chiaro con le rilevazioni di metà anno, una cosa è certa: guerra ai furbetti ed agli speculatori è stata dichiarata.


La protesta 


Gli stessi gestori dei distributori avevano mal digerito di essere finiti nel mirino come se fosse loro responsabilità l’impennata dei prezzi dei carburanti. In occasione della recente protesta, avevano lamentato di essere additati ingiustamente addirittura come ladri, rimarcando invece di non poter fare altro che seguire le direttive che arrivano dall’alto. Ora comunque la guardia alta delle forze dell’ordine servirà a garantire trasparenza, a beneficio in particolare dei consumatori.

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