Ancona, parla Bugaro (tra Sanzio, Porto e Regione): «Ultimo miglio e Lungomare nord. Ora voglio le ruspe»

Ancona, parla Bugaro: «Ultimo miglio e Lungomare nord. Ora voglio le ruspe»
Ancona, parla Bugaro: «Ultimo miglio e Lungomare nord. Ora voglio le ruspe»
di Maria Cristina Benedetti
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Domenica 17 Marzo 2024, 01:30 - Ultimo aggiornamento: 12:33

Rilancia, con il piglio di un leader pop, Giacomo Bugaro. «Voglio vedere le ruspe». Uno e trino: da consigliere d’amministrazione di Ancona International Airport, rappresentante del Comune nel Comitato di gestione del porto e consulente del governatore Acquaroli ha un solo mantra: «Bisogna fare presto». 

Imprima l’accelerata. 
«Per Lungomare nord e Ultimo miglio, la strada di collegamento tra porto e Statale 16, siamo alla vigilia dei cantieri.

Una svolta storica, l’Authority si deve far trovare pronta». 

Decodifichi il messaggio.
«Due sono gli elementi imprescindibili. Il primo: i fondali devono passare da 8 a 14 metri. Dragaggi subito, perché la vicina Ravenna è agguerrita».

 
Il secondo? 
«Uscire velocemente dallo scalo marittimo dà competitività. I traffici sono in sofferenza, si deve correre».

Un passo indietro. Lungomare nord e Ultimo miglio sono operazioni che vengono da lontano. 
«Verissimo, ma ora bisogna fare».

Fissi le priorità. 
«La manutenzione. I pontili 19, 20 e 21 sono fermi da quattro anni; il 23 è in corso d’opera; il 27 è stato appaltato, è lì che si attaccherà la Penisola, la mega-banchina dove spostare tutti i movimenti commerciali. È necessario liberare, in fretta, dall'inquinamento il porto antico. La perequazione: un traghetto equivale a 70mila mezzi, tra auto e camion, all’anno che circolano in città». 

Una camera a gas.
«Il presidente dell’Autorità portuale, Vincenzo Garofalo, sa quali sono le esigenze».

Lo esorti. 
«L’area Tubinar: via quel rudere, ciò che rimane di quell’enorme capannone ingoiato dall’incendio del 2020. Ferretti e Palumbo, brand delle super imbarcazioni a cinque stelle, sono due anni che chiedono spazi. Si devono dare risposte a chi dà lavoro, altrimenti andranno altrove».

La filiera istituzionale aiuta?
«Velocizza. Silvetti-Acquaroli e Baldelli, ovvero sindaco, governatore e assessore alle Infrastrutture, sono allineati, sulla carta lo è anche Garofalo. Lo torno a dire: voglio vedere le ruspe». 

Dove?
«La Fiera della Pesca va abbattuta, deve trasformarsi in un piazzale per i passeggeri delle navi, turisti e i camionisti, che ora si accampano ovunque».

Il primo cittadino garantisce che verrà raso al suolo in occasione del G7 Salute di ottobre.
«Magari. Assicuriamoci che sulla metratura di quella struttura fatiscente potremo ricostruire, buttiamola giù, poi penseremo a cosa farne».

Altro giro? 
«Sulla Penisola abbiamo messo 350mila euro per il progetto esecutivo che dovrà essere presentato al governo per ottenere il finanziamento».

L'obiettivo è chiudere entro fine anno per rientrare nella Finanziaria? 
«Proviamoci. Il 2025 sarà improrogabile. Un detto cinese recita: il viaggio più lungo inizia sempre con un passo».

Muova il primo.
«Niente burocrazia né professorini. Voglio i risultati. La Dorica ne ha bisogno».

Come la vorrebbe? 
«Se il sindaco investisse sulla manutenzione si garantirebbe la riuscita di metà del mandato. Ho l’impressione che l’abbia capito. Poi penserà alla Grande Ancona».

Se la immagini. 
«Vivibile, in grado di sfruttare le potenzialità che le sono state offerte da madre natura. E qui torna il binomio porto-capoluogo».

Uno spunto? 
«La cantieristica di lusso. Sono ormeggiati 30 mega yacht in attesa di essere consegnati: sarebbero da spostare al porto antico, un'attrazione fantastica».

Incalza.
«Fincantieri avrebbe voluto realizzare, nella sua area, un parcheggio multipiano: la concessione c’era, ma è scaduta. Rinnoviamola. Significherebbe togliere le auto davanti all'Arco di Traiano».

Sul fronte dell'aeroporto cosa vorrebbe aggiungere? 
«Abbiamo tre chilometri di pista, potrebbe atterrare qualsiasi aereo. Il fondo Njord Partners è giunto a scadenza, guardiamoci intorno, serve un investitore specializzato nei trasporti».

Con l’arrivo di Amazon è obbligatorio alzare l’asticella.
«Il che mi rende felice e al contempo mi preoccupa. Ci vuole un piano delle infrastrutture. Rapidi». 

Cambio di prospettiva. Il presidente malese dell’Ancona calcio Tiong è sparito dai radar. La squadra va male e la cittadella sportiva che aveva promesso è svanita nel nulla.
«Il calcio ci ha abituato a questi colpi di scena: c’è chi appare e chi scompare. Non conosco i contorni della vicenda. Sospendo il giudizio».

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