ANCONA - Avrebbe somministrato ai suoi pazienti farmaci e medicinali guasti, talvolta da lui stesso confezionati, facendo anche delle iniezioni all’ozono talmente di pessima qualità da essere vietate persino in ambito veterinario. Ma avrebbe anche indotto un’anziana malata oncologica, poi morta, a rinunciare a quell’intervento chirurgico che poteva darle qualche chance di vita in più.
E ancora: a seguito dell’assunzione di un integratore (Klamath) che le era stato prescritto (nonostante la controindicazione), una donna incinta avrebbe perso il bimbo che aspettava.
I reati
Le contestazioni per il 58enne Paolo Baroni sono plurime: si va dalla violenza sessuale all’esercizio abusivo della professione medica, passando per l’omicidio colposo e la detenzione ai fini di spaccio della Scopolamina. Quattordici, in totale, le persone offese conteggiate dalla procura. Tre quelle che ieri si sono costituite parte civile: sono tutte donne, ex pazienti del 58enne. Due avrebbero subito lesioni dopo alcuni trattamenti. In particolare una, assistita dall’avvocato Ruggero Benvenuto, sostiene di essere dovuta ricorrere a un trapianto di rene. Un’altra, parte civile con l’avvocato Mauro Diamantini, ha denunciato di essere stata violentata dal 58enne.
Ma andiamo con ordine. L’indagine è esplosa a cavallo tra il 2021 e il 2022, facendo arrivare i carabinieri a sequestrare lo studio di Fabriano e tutti gli strumenti medicali. Ancora oggi, il 58enne è sospeso dalla professione di fisioterapista osteopata. Il provvedimento scadrà tra due mesi. Nell’indagine sono finite le querele delle parti offese e le sommarie informazioni rese da alcuni testimoni, come la figlia della malata oncologica, morta nel febbraio del 2021. Stando all’accusa, l’imputato le aveva praticato dieci iniezioni di ozono e non meglio specificati antibiotici, inducendola a non seguire le terapie che le erano state prescritte dai medici che l’avevano in cura e a non farsi operare.
Le sostanze
La procura gli contesta tre episodi di somministrazioni “subdole” di Scopolamina ad altrettante donne, tra cui c’è la vittima della presunta violenza sessuale. E ancora: stando al quadro accusatorio, avrebbe praticato dei trattamenti trasfusionali o all’ozono inadeguati dal punto di vista sanitario, con effetti collaterali potenzialmente gravi. Le iniezioni avrebbero riguardato il basso ventre, il bulbo oculare, il seno (per ingrandirlo), l’addome, il ginocchio e il collo. In un caso, avrebbe prelevato il sangue da un paziente per poi rimettere lo stesso in circolo con una iniezione alla base del cranio. La procura ha ravvisato anche la somministrazione di farmaci guasti, talvolta preparati in modo arbitrario dallo stesso imputato. La terza parte civile è assistita dall’avvocato Piergiorgio Trinei.