Pestato dal branco ad Ancona, c’è anche il Daspo: piazza del Papa vietata ai 4 aggressori egiziani

Pestato dal branco, c’è anche il Daspo: piazza del Papa vietata ai 4 aggressori egiziani
Pestato dal branco, c’è anche il Daspo: piazza del Papa vietata ai 4 aggressori egiziani
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Sabato 8 Aprile 2023, 01:50 - Ultimo aggiornamento: 12:35

ANCONA  - Dopo le denunce, ecco pure il Daspo. Non potranno accedere per i prossimi due anni in piazza del Papa i quattro egiziani denunciati dalla polizia per aver pestato la notte del 26 marzo scorso un 17enne. Come stabilito dal questore Cesare Capocasa, al gruppetto è stato interdetto anche l’accesso alle aree urbane limitrofe a piazza del Papa, con divieto di stazionare in prossimità dei locali pubblici situati in zona. 

 
Le notifiche


I provvedimenti, firmati ieri mattina, sono stati notificati dalla Divisione Anticrimine della questura e arrivano dopo le denunce per lesioni personali fatte scattare dalla Squadra Mobile.

Gli egiziani, di età compresa tra i 21 e i 33 anni, avevano spedito il 17enne al pronto soccorso di Torrette con un occhio nero e varie contusioni. La prognosi stilata era di 7 giorni. All’origine dell’aggressione, maturata tra via Gramsci e piazza del Papa, ci sarebbero stati motivi futili. Quella notte tutto sarebbe nato dall’avvicinamento del 17enne alla fidanzata di uno dei quattro egiziani. C’erano stati prima degli sguardi, poi lui si era avvicinato mentre lei stava parlando con una sua amica. Il  tempo di qualche chiacchiera e poi era divampata la fiamma della gelosia. 


La reazione


Il fidanzato egiziano della giovane si era interfacciato con il 17enne: «Che vuoi dalla mia ragazza? Lasciala stare». Il minorenne ha però desistito all’invito dell’egiziano, venendo prima violentemente spintonato, poi picchiato al volto e gettato a terra. Successivamente, da quanto ricostruito, al pestaggio si erano uniti anche gli altri tre connazionali. Il questore Capocasa ribadisce che «la prevenzione è l’arma vincente per combattere questi fenomeni violenti che turbano il vivere ordinato delle nostre comunità».

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