Al porto di Ancona 110 migranti, Garofalo (presidente Authority): «Tutto pronto ora scatta l’accoglienza»

Al porto di Ancona 110 migranti, Garofalo (presidente Authority): «Tutto pronto ora scatta l’accoglienza»
Al porto di Ancona 110 migranti, Garofalo (presidente Authority): «Tutto pronto ora scatta l’accoglienza»
5 Minuti di Lettura
Lunedì 9 Gennaio 2023, 03:55 - Ultimo aggiornamento: 10 Gennaio, 09:15

ANCONA -  L’arco narrativo e il destino dell’indifferenza coincidono. Si mescolano, là dove il coraggio talvolta è lo scudo per coprire la paura. Come l’audacia di quel ragazzo, fuggito dalla Libia, che sta navigando verso Ancona con un proiettile nel ginocchio, una tortura recente. È uno dei 110 migranti a cui l’esistenza ha riservato una rotta obbligata.


Il passo 


Dovrebbe arrivare mercoledì quel carico di umanità alla ricerca di un approdo per continuare a sperare, per vivere ancora. Il passo affronta l’ombra, le coordinate fissano la luce: è la prima volta di uno sbarco nel porto dorico, molo 22. Alle 8 è previsto l’attracco della Ocean Viking, animata da 37 stranieri; alle 11 dovrebbe toccare alla Geo Barents, che ne mette insieme 73.

Nulla di certo, sono solo ipotesi appese al filo, flebile, delle condizioni meteo. Proibitive. La tappa d’avvicinamento è carica di dissidi. Oltre a uno scalo più vicino di Ancona, la Geo Barents di Medici Senza Frontiere, chiede alle autorità italiane di effettuare il trasbordo dei suoi 73 migranti, soccorsi sabato scorso, sulla Ocean Viking, di Sos Mediterranee. Richieste respinte. «Non è accettabile», attacca l’organizzazione internazionale non governativa, fondata a Parigi, la cui arca di salvataggio si sta dirigendo verso nord con, tra gli altri, 13 minori non accompagnati. Arrivano da Sudan, Nigeria, Ciad, Eritrea, Niger, Ghana ed Egitto. Non ci sono donne. 


È telegrafica, Valeria Mancinelli: «Abbiamo preso atto che il Governo Meloni ha assegnato ad Ancona lo sbarco di due navi con profughi a bordo, anche minori. Le operazioni saranno coordinate dal ministero degli Interni e dalla Prefettura, che si è subito attivata. Come Comune e come comunità faremo la nostra parte. Come sempre». 


Il cronoprogramma


Dal fronte del porto il presidente dell’Authority Vincenzo Garofalo arriva all’essenza: «Non voglio entrare nel merito delle scelte politiche. Siamo al servizio». Riconosce il merito: «Il prefetto s’è mosso per tempo, aveva intuito che la scelta sarebbe potuta ricadere sulla Dorica». Alla banchina 22, quella ritenuta più funzionale, il sopralluogo è già avvenuto. «Croce Rossa, Protezione Civile e noi: la macchina - aggiorna il cronoprogramma - ha messo in moto gli ingranaggi». Davanti alla linea d’orizzonte tagliata dall’Adriatico verranno organizzati i servizi igienici, un luogo sarà destinato ai controlli sanitari, un altro ai tamponi per escludere un eventuale contagio da Covid. Nei moduli prefabbricati verranno garantite le operazioni di identificazione e decise le destinazioni, in base ai posti disponibili stabiliti dal ministero dell’Interno. Un’azione congiunta su cui veglieranno capitaneria, Autorità marittima, polizia, carabinieri e guardia di finanza.


L’appello 


Indica la cicatrice, Emma Capogrossi. «Si gioca sulla pelle delle persone». L’assessore dorico ai Servizi sociali modifica l’ordine dei fattori: «Così si tengono lontane le navi di soccorso dai luoghi dell’emergenza, si spendono 60-70mila euro di carburante per affrontare un lungo viaggio: altri 1.500 chilometri dal punto del salvataggio, al largo della Libia». Si appella alla legge: «C’è una norma internazionale che indica le condizioni da rispettare: il porto più sicuro, quello più vicino». Non perdona: «Si affronta un fenomeno strutturale come fosse una perenne emergenza». Rientra negli steccati di casa: Marche, Ancona, con l’arrivo in porto di 110 migranti.

Il tempo della solidarietà tuttavia viene da lontano. Dal 2003. «È da allora che siamo parte del sistema nazionale d’accoglienza». Era lo Sprar, si trasformò in Siproimi e poi in Sai, con 45mila posti in tutta Italia. Il Palazzo del Popolo dorico rientra nel programma di solidarietà, su base volontaria, con due progetti “Ancona città d’asilo”: uno ordinario, dedicato ad adulti e famiglie con 68 postazioni; l’altro per categorie vulnerabili, tra i quali i i minori, con 42. Dà il peso della misura, che è satura: «In realtà i minorenni accolti sono 70». Ribadisce: «La redistribuzione di coloro che sbarcheranno verrà stabilita dal ministero».

Sono due i binari lungo i quali si muove il moto di ospitalità: quello legato all’azione spontanea di mille Comuni e i Cas. Il prefetto Darco Pellos va nelle pieghe: «I Centri di accoglienza speciale sono gestiti da noi. In tutta la provincia di Ancona sono ospitati 880 stranieri, ma abbiano ancora margine». Arriva al denominatore, unico e imprescindibile, la Capogrossi: «Mi preme la vita delle persone».

© RIPRODUZIONE RISERVATA