Perseguita la ex e il nuovo compagno: «Ti mangio vivo». A processo per maltrattamenti e stalking

Perseguita la ex e il nuovo compagno: «Ti mangio vivo». A processo per maltrattamenti e stalking
Perseguita la ex e il nuovo compagno: «Ti mangio vivo». A processo per maltrattamenti e stalking
di Federica Serfilippi
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Sabato 10 Febbraio 2024, 04:00 - Ultimo aggiornamento: 11:27

ANCONA - Prima i maltrattamenti alla moglie, poi gli atti persecutori. E ancora: il pugno in faccia, con tanto di minacce, al nuovo compagno della donna. È finito a giudizio con un poker di accuse un operaio albanese di 37 anni, su cui pende il divieto di avvicinamento a quella che ormai è la sua ex moglie che, però, non si è voluta costituire parte civile nel corso del dibattimento iniziato davanti al collegio penale. Come persona offesa, la procura ha conteggiato lei e il nuovo compagno. Le accuse: stalking, maltrattamenti in famiglia, minacce e lesioni personali.

L’udienza

Nel corso della prima udienza, c’è stato spazio per le richieste preliminari.

Poi, il rinvio al 10 luglio quando verranno ascoltati i primi testimoni. Per quanto riguarda il quadro accusatorio, stando alla procura, il 37enne avrebbe vessato la donna nel corso della convivenza, a partire dal 2020 fino a maggio 2023. L’impugnazione parla di calci, pugni, spinte contro la donna che, in alcune occasioni, sarebbe stata anche costretta dall’ex marito a subire atti sessuali. La pubblica accusa, però, non ha contestato il reato specifico. Alcuni soprusi subiti dalla vittima sarebbero avvenuti in presenza della figlia piccola della coppia. Di qui, l’aggravante dell’aver commesso i maltrattamenti davanti a un minore. Dopo la denuncia della donna e la fine della convivenza, nonché dell’immediata separazione, il 37enne avrebbe iniziato a perseguitarla come uno stalker, inviandole messaggi minatori e dando seguito agli appostamenti nei luoghi da lei frequentati.

Le lesioni

Sempre secondo la ricostruzione accusatoria, l’uomo se la sarebbe pure presa con il nuovo compagno dell’ex moglie, minacciandolo e mandandolo ko nel settembre del 2023 con un pugno scagliato al volto. Era finito all’ospedale di Torrette e dimesso con una prognosi di 15 giorni. Il tenore delle frasi minatorie, nel corso della passata estate: «Tu soffrirai e andrai all’ospedale». E ancora: «Io ti mangio vivo». L’imputato è difeso d’ufficio dall’avvocato Angelandrea Cecere e respinge tutte le contestazioni mosse dalla procura.

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