ANCONA - Prima i maltrattamenti alla moglie, poi gli atti persecutori. E ancora: il pugno in faccia, con tanto di minacce, al nuovo compagno della donna. È finito a giudizio con un poker di accuse un operaio albanese di 37 anni, su cui pende il divieto di avvicinamento a quella che ormai è la sua ex moglie che, però, non si è voluta costituire parte civile nel corso del dibattimento iniziato davanti al collegio penale. Come persona offesa, la procura ha conteggiato lei e il nuovo compagno. Le accuse: stalking, maltrattamenti in famiglia, minacce e lesioni personali.
L’udienza
Nel corso della prima udienza, c’è stato spazio per le richieste preliminari.
Le lesioni
Sempre secondo la ricostruzione accusatoria, l’uomo se la sarebbe pure presa con il nuovo compagno dell’ex moglie, minacciandolo e mandandolo ko nel settembre del 2023 con un pugno scagliato al volto. Era finito all’ospedale di Torrette e dimesso con una prognosi di 15 giorni. Il tenore delle frasi minatorie, nel corso della passata estate: «Tu soffrirai e andrai all’ospedale». E ancora: «Io ti mangio vivo». L’imputato è difeso d’ufficio dall’avvocato Angelandrea Cecere e respinge tutte le contestazioni mosse dalla procura.