Dal liceo Rinaldini a Francoforte, sulle orme del cantore Orfeo: il ricercatore Zito vince una borsa di studio da 165mila euro

Il ricercatore e filologo anconetano Nicola Zito
Il ricercatore e filologo anconetano Nicola Zito
di Stefano Rispoli
4 Minuti di Lettura
Venerdì 27 Agosto 2021, 04:05 - Ultimo aggiornamento: 08:37

ANCONA - Dal liceo Rinaldini alla Goethe Universität di Francoforte, passando per la Sorbona di Parigi. La stella di un ricercatore anconetano brilla su Parigi e, ora, anche in Germania. Nicola Zito, anconetano di 39 anni, è il vincitore della prestigiosa borsa di studio Msca (Marie Skłodowska-Curie Actions Individual Fellowship) elargita dall’Ue per sostenere lo sviluppo della carriera e la formazione dei ricercatori in tutte le discipline scientifiche attraverso la mobilità internazionale.

Claudi, un coraggio instancabile nell’incubo della Kabul talebana: la Farnesina posta foto del funzionario camerte mentre aiuta un bambino nella ressa


Il finanziamento da 165mila euro gli consentirà di collaborare per due anni con l’università tedesca per un progetto dedicato a un testo greco poco conosciuto, un anonimo poema in esametri che i manoscritti medievali attribuiscono al mitico cantore Orfeo, intitolato “Lithica” (Sulle Pietre), in cui l’autore espone in una lingua raffinata le virtù magiche e terapeutiche di 29 pietre, considerate prodigiose per la guarigione di malattie, la produttività agricola, la concordia matrimoniale, il successo personale. «Fornirò una nuova edizione critica del poema, basandomi sullo studio dei circa 15 manoscritti che hanno conservato il testo di Orfeo, disseminati nelle più importanti biblioteche europee - spiega Zito -, come la Vaticana di Roma, l’Ambrosiana di Milano, la Marciana di Venezia, la Bibliothèque Nationale di Parigi e la Real Biblioteca dell’Escoriale di Madrid». Il percorso di studi è già tracciato. «Cercherò di inquadrare questo testo affascinante, che presenta evidenti caratteristiche allegoriche ed escatologiche, nel suo contesto di produzione» aggiunge il ricercatore anconetano, secondo cui si tratta verosimilmente dell’entourage di Giuliano l’Apostata che, nipote di Costantino il Grande, fu imperatore tra il 361 e il 363 d.C. e cercò invano di restaurare l’antica religione ellenica che il Cristianesimo trionfante stava facendo scomparire. «La composizione del poema - sostiene Zito - va inquadrata nel clima di violenta repressione antipagana seguito alla precoce scomparsa di Giuliano, morto a 32 anni sul campo di battaglia. Con le loro velate allusioni alla cultura ellenica e ai suoi aspetti più esoterici, i “Lithica” ci fanno capire quanto fosse diventato pericoloso, nel IV secolo, professare l’antica religione». 
Zito, studi classici al Rinaldini, laurea triennale in Lettere classiche all’Università di Macerata seguita dalla laurea magistrale in Filologia e Letterature dell’Antichità greca e romana all’Università di Firenze e da un dottorato in Filologia greca e latina in cotutela internazionale presso le Università di Firenze e Paris Nanterre, dal 2016 è docente di ruolo nella scuola pubblica francese di Greco, Latino e Francese e collabora con l’Università di Nanterre e la Sorbona di Parigi. Nel 2017 ha vinto il premio “Sournia” della Société Française d’Histoire de la Médecine per la sua tesi di dottorato, un’edizione critica del poema astrologico “Sulle Iniziative” di Massimo di Efeso. 
Zito è uno dei tanti cervelli in fuga dall’Italia. «Le nostre università forniscono una preparazione d’eccellenza, ma non è facile proseguire dopo la laurea - spiega -.

Per esempio, pur essendo dottore di ricerca, in Italia non posso accedere all’insegnamento perché mi mancano alcuni crediti in materie non fondamentali. Purtroppo l’Italia non concede grandi opportunità e investimenti nell’ambito della ricerca umanistica, per questo molti ragazzi che hanno fatto studi classici, come me, preferiscono trasferirsi in Francia». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA